martedì 18 giugno 2019

Fontanelle: Il teatro che ci manca


Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.”
Oriana Fallaci
Di recente si è celebrata l’ennesima assemblea pubblica su un tema annoso: il progetto di rifacimento del Teatro Le Fontanelle. Tema spinoso, che ha macinato vari decenni e appassionato molti, ma che non è mai stato risolto. Annunci roboanti, da parte di varie amministrazioni su finanziamenti avuti e perduti, su progetti stupendi e sbagliati, ogni volta iperboli scambiate per verità, hanno fatto si che fosse l’opera culturale e morale più incompiuta della storia di Castelbuono. Grandi architetti, area castellana messa a soqquadro solo su carta, idee, proposte, tutte e sempre cadute nel dimenticatoio. Adesso la sfida, che proprio in quell’assemblea è stata quella di mostrare e non dimostrare, quale possa essere il progetto migliore, certamente, avendo fede alle famose norme che si rispolverano quando non ci sono idee.
E allora, sui social, si è aperto un mini dibattito, mini perché l’argomento mostra sempre meno fascino, come quando una donna, molto bella in gioventù con il passare degli anni, perde quella luce che la faceva brillare. Ne abbiamo sentite tante : chi vuole abbatterlo completamente, così che si possa fare un mega punto panoramico. Tipo spianata, che non sarà all’altezza di quella delle Moschee di Gerusalemme ma, visto che Castelbuono si confronta con il mondo, poco ci manca. Centro polifunzionale, che come tutti i termini generici, dice tutto e niente. Chi vuole farlo diventare un collegamento al castello, chi vuole 400 posti…ma quando mai, sono pochissimi! Noi abbiamo bisogno almeno di 1000 posti... e così via. Il mini dibattito si è spento nel giro di un paio di giorni. La politica, come sempre quando non ha idee, butta la palla e poi scappa via, non partecipando al gioco. Come si fa con il discorso “sull’elefante rosa”, tutti a parlarne, ma senza averlo mai visto.
Ora vorremmo provare a fare un esercizio; piuttosto che continuare a mostrare progetti tecnici, perché non ne scriviamo uno culturale, così che poi si possa fare di quello tecnico un involucro non vuoto ma pregno di idee culturali appunto?  Cambiare per una volta l’oggetto del discorso e cambiare strada. La prima domanda da fare è: oggi serve un teatro?  Speriamo proprio di si. Castelbuono vanta una grande tradizione teatrale, proprio in quel teatro si esibivano compagnie importanti, andavano di scena anche opere liriche. Poi vennero gli anni del Veglione, quello vero, in cui bastavano una chitarra e molta intelligente ironia per raccontare le “nostre” storie. Si ballava, si ascoltava, ci s'incontrava, ci si vestiva eleganti, proprio come quando si va a teatro. Adesso, in cui neanche è resistito al corrosivo imbarbarimento culturale il Veglione, in cui, le poche, (forse duo o tre) compagnie teatrali vanno di scena in estate, accaparrandosi legittimamente date “utili” per avere più pubblico, possono avere un teatro? Dall’altro lato, assistiamo con stima e stupore ai tanti musicisti che stanno crescendo grazie al lavoro incessante che fa la nostra scuola media, ma nessuno pone un tema fondamentale in quel mini dibattito: quel “coso” - teatro, servirà anche alla scuola? Ne sarà parte integrante? Ancora, le tante associazioni culturali avranno voce in capitolo, o finirà come per il Centro Sud, ex Chiesa del Crocifisso, buona a tutto, dalle “mostre” agli spettacoli…per nulla idoneo a fare teatro, altra promessa mancata? Perché invece non si parte dalla destinazione dell’area castellana? Subito dopo il suo insediamento l’amministrazione fece una serie di nomine gratuite per sviluppare un progetto sull’area castellana. A che punto siamo? E’ possibile intervenire facendo una discussione seria e senza escludere nessuno che non sia vicino a qualcuno?  Vogliamo che il Castello decolli veramente con un progetto culturale vero e non solo di uno, magari sviluppando un percorso culturale e sacro insieme? Vogliamo aprire un vero dibattito sulla funzione presente e futura della nostra istituzione culturale più importante inserendola dentro quello più ampio de “Le Fontanelle”, della piazza e del restante viale che la circonda? Vogliamo fin da subito chiudere al traffico quella meravigliosa piazza, cancellando anche le strisce dei parcheggi che la sfregiano? A proposito, poiché Castelbuono si confronta con il mondo, in quale altra piazza artistica esistono i parcheggi? Per una volta, una sola volta, proviamo a tornare persone serie, cerchiamo tra i nostri bisogni cosa ci serve davvero per crescere come Comunità. Non facciamoci  imbrogliare dall’argomento estetico…la spianata o la cupola, o la terrazza.  Di teatro dobbiamo parlare. Andiamo contro vento, non cerchiamo l’involucro, immergiamoci, perdiamoci dentro il contenuto. Parliamo di temi, torniamo a costruirlo in quella piazza, scegliamo la scena migliore, la voce più forte. Scriviamo una storia diversa, non voltiamo pagina, ma cambiamo libro, lasciamoci trasportare da storie nuove, non di qualcuno, ma per qualcuno. Troviamo il coraggio di parlare di quello che nessuno osa dire, con dignità culturale. E come nella migliore tradizione del teatro vero aspettiamo che si apra il sipario.

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