giovedì 31 marzo 2016

Chiuso per mancanza d’idee


"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120)

Chiusi nelle stanze del Castello come in un girone dell’Inferno, il Nostro e Il direttivo del Museo accompagnati dalla Rampante Assessora alla cultura, cercano un modo clamoroso per fare propaganda e saltare agli onori della cronaca.  Unica attività, per la verità,  a cui si dedicano a tempo pieno fin dal loro insediamento. (Da qualche tempo solo di questo si occupano da quelle parti). Passa il tempo ma nessuna idea illumina le loro menti.  Salgono allora in Cappella e si rivolgono, con finta e fervida devozione, alla nostra Patrona che guadandoli con tenerezza  e sguardo compassionevole dice loro: “Carù unnè u minuti, e dopo quello che avete combinato recentemente in questi luoghi  cca' unn' aviti nenti 'i fari e cchi circari”. Tentano ancora con un'ultima accorata supplica alla Patrona la quale, però, rimane irremovibile. Stanchi, provati e demoralizzati, (sentono i morsi della fame e la flemma del sonno,) ma non disposti a rinunciare alla loro mission di “galleggiare sugli albori della cronaca”,  sommessamente dicono: “Ccià essiri na cosa nova da propagandare;... il falso bando u facimmi, ...a passerella di  presidenti a ficimu,…. i sordi l’ami spinnuti a beddru cori,…. Chi cosa putiemu fari?”. A un certo punto, il Nostro, acuto e avvezzo all’innovazione esclama: “Chiudiamo il Castello “a singhiozzo” e cosi,tutti ne parleranno”. “Geniale”!- si sente esclamare dalla Direzione - “tanto la mia costante presenza al Castello non è indispensabile e,  poi, una proposta così “estemporanea”,  sul piano dell'immagine, sarà più efficace e produttiva,   delle mie  incomprese scelte di arte contemporanea”. “Non solo”- continua il Nostro- “dobbiamo dunque procedere cambiando  l’orario di apertura del Castello. Per es.: apriamo il lunedì ma solo dalle tre alle cinque di notte. Il martedì chiudiamo. “E la messa di Sant’Anna cu ciù dici all’Arciprete”  - sentenzia la Rampante. - “TU” dice il Nostro e continua….Tutti i giorni di festa. Natale, Capodanno, Pasqua, lunedì di Pasqua, venticinque aprile, Primo maggio, Sant’Anna, Novena compresa, Ferragosto, Crocifisso, San Vincenzo, Santa Lucia di campagna e pure quella di città, San Giuseppe, tutti i tridui e pure per l’Ypsigrock e ovviamente pure per il mio compleanno …...CHIUDIAMO TUTTA LA GIORNATA. Il mercoledì  APRIAMO, solo durante il vespro, dalle diciotto alle diciannove. Il giovedì solo il pomeriggio, dalle 14.37 alle 15.07, accussì i chistiani  'a matina puonni iri o mircati senza pinsera. Poi i mesi: novembre chiuso, ma solo in anni bisesti. Dicembre poi vediamo, febbraio chiuso  mentre a Gennaio, questa è proprio una genialata, APRIAMO  a SORPRESA, ma comunque  solo la prima settimana e l’ultimo giorno del mese. U venerdì, na vota sì e na vota no,  a secunni di comi nni gira. Sabato solo la mattina, ma solo una volta al mese e domenica CHIUSO.  'U viditi comu sugni spierti, chi sugni bravi, 'nna na botta truvai 'na soluzioni pi tutti cosi”. Senza cuntari ca natr'anni ci su l’elezioni e accussì puri l’impiegati su chiù cuntenti”. Trovata la soluzione, il Nostro, la Rampante e quel che resta dell’Amministrazione del Museo, si sentono in una botte di ferro, hanno saputo fare squadra, tutti parleranno della loro genialata. Altro che tavolo tecnico delle Istituzioni!  Il Nostro ha già diramato il nuovo ordine al collaudatissimo sistema alert! Un cittadino che ogni giorno si reca a Sant’Anna per devozione, salendo le scale, li vede euforici fare festa e chiede il perché di così tanta allegrezza: “Abbiamo deciso di Rapiri e Chiudiri u Castieddri” 'a singhiozzo”, dice sinuosa la Rampante mentre si fa scivolare sulla ringhiera delle scale. Incredulo, il devoto,  esclama soltanto una flebile frase: “Minchia!!! E siddri uni a veniri a truvari a Matri Sant'Anna cchi fa? Prima  si prenota, pua sona u campanelli e scinni iddra a rapiri 'u purtuni?i”.

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