venerdì 13 maggio 2016

Lettera aperta a Michela Marzano


Gentile Michela,

Ho letto la sua lettera di dimissioni dal gruppo del PD, in un primo momento ho pensato, ecco un’altra che se ne va. Poi rileggendo ho maturato questa riflessione che voglio sottoporle. Lei se ne va perché il PD, non ha avuto il coraggio fino in fondo di approvare la legge sulle unioni civili al completo, ma solo in parte. Se ne va perché non c’è stata chiarezza nel dire: “ non possiamo portare avanti il DDL Cirinnà per intero”. Lei è stata chiamata in politica da Bersani e Letta per la sua storia personale, per le battaglie che ha fatto, per i temi importanti che ha trattato e per l’educazione che, con la filosofia, imprime ai suoi studenti. Lei era ed è il prototipo perfetto del politico aristotelico, quello che non baratta il suo ruolo per prebende ma, mette al servizio della Comunità il suo sapere. Sono dimissioni morali e non politiche quelle che ha presentato. Difende fino in fondo la sua appartenenza e le promesse che aveva fatto al suo elettorato.  Fin qui tanto di cappello. In Italia c’è qualcun che si dimette per un ideale a garanzia di un’idea comune. C’è da dire che, e non è una scusante, che la politica è l’arte del compromesso, intendiamoci quello valido per tutti e non solo per alcuni. Così almeno dovrebbe essere. Credo, che nelle condizioni attuali, il PD abbia fatto tutto il possibile. Lo vede Lei Alfano votare sulle adozioni omosessuali e non solo? Lo vede lei chiamare le unioni civili matrimonio?  Li vede i Cinque Stelle, qualunquisti e “sempre no” a prescindere e per definizione, assumersi una responsabilità così importante. E cosa direbbero all’elettorato cattolico? Unico pensiero ossessionante di certa politica. Io no, perché loro nel medioevo morale hanno sguazzato, vissuto. Hanno campato con la politica del “un colpo al cerchio e uno alla botte” per non dispiacere nessuno. Questi non sono politici coraggiosi che hanno ideali e li portano avanti. La loro agenda non è dettata dai bisogni dei cittadini, ma dalla convenienza del momento. Non le rimprovero che lei abbia lasciato il PD, le rimprovero, invece, di non avere usato la sua posizione di privilegio e la sua autorevolezza per lottare ancora per i diritti civili dentro il PD. Se ne va lei, certo resteranno ancora politici capaci, ma lei non ci sarà più. In virtù proprio della sua storia, fatta di mille battaglie e tante sofferenze, humus, per come la vedo io, di spirito civico. Questo è quello che mancherà alla politica da oggi, un pezzo importante dell’intellettuale onesto e pulito che vede oltre, che sa immaginare una società migliore. Lei si è fermata al primo ostacolo politico, avrebbe, invece dovuto andare oltre, come si dice, buttare il cuore oltre l’ostacolo e continuare la battaglia più importante. Lei che è capace di ragionamenti seri e profondi, lei che ha molta cultura da infondere a tutti noi, avrebbe dovuto insegnarci che bisogna osare, andare avanti, mettersi contro certe logiche. Questo avrebbe dovuto fare dentro il PD che a mio modesto parere, in questo momento storico, è ‘unico partito che se decide una cosa la fa, almeno a livello nazionale. Mi permetto di dirle ancora un’ultima cosa, tempo fa ci siamo sentite per organizzare nel mio paese la presentazione del suo ultimo libro, poi per vari motivi non fu più possibile. Fu un’occasione mancata per me, per i miei concittadini. E lo fu per una politica inutile, fatta solo di passerelle che non ha a cuore l’educazione sentimentale. A dire il vero non sa neanche cosa sia.  Ecco, quello che le propongo e di partire da lì, dall’educazione sentimentale che in politica manca. Quel senso del giusto che abbiamo perso, quel sentimento di egualitarismo per tutti che per decenni in Italia è mancato. Io mi auguro che lei continui su questa strada dove c’è ancora molto da fare. Un paese come il nostro che non legge che non studia quanto dovrebbe è destinato, altrimenti, a vedere sfilare le veline e non a interrogarsi con curiosità e non con morbosità sulle questioni veramente importanti. Non smetta noi, non lo meritiamo. Ricordiamoci sempre che la politica è come sei ogni giorno.

 

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