sabato 4 gennaio 2020

IL RIFUGIO


“Acquisire l’abitudine di leggere è costruire per te stesso un rifugio da quasi tutte le miserie della vita”.
William Somerset Maugham
E’ capitato a tutti nella vita di trovarsi smarriti per una qualche vicenda vissuta e cercare con animosità un rifugio per stare meglio. Le strade, a volte, diventano tortuose, ci s’incammina in ardue salite che rendono molto difficile il cammino e allora occorre trovare un posto al sole dove, piano piano, ricominciare a respirare. Alcuni anni fa, questo è successo a noi. A quasi nessuno è sfuggita la nota e sconcertante vicenda che ci ha visti vittime prima e poi travolti. Troppo pubblico il ruolo, troppo importante l’istituzione, troppo grave quanto accaduto. Fu per noi, una vicenda scioccante e dolorosa che ci vide, per molto tempo, al centro di discussioni avvincenti per alcuni versi, e deprecabili per altri. Fu un periodo difficile, fatto di scelte radicali e parole importanti. Fu in quel momento che avemmo il bisogno di cercare un rifugio. Per noi leggere e scrivere sono sempre stati comportamenti non solo quotidiani, ma anche vitali. Non c’è stato giorno nella vita, in cui non abbiamo avuto un libro con noi e una matita e un quaderno, rigorosamente con copertina rigida, su cui scrivere. Questi due elementi vitali ci hanno condotto piano piano a questo giornale. Da quel momento l’intelligenza raffinata di chi lo guida, la storia innata e palese de “Le Madonie”, la sua autorevolezza e allo stesso tempo la sua distinta ironia, sono stati per noi il Rifugio. Lo sappiamo, questo non è un addio, è solo un momento di riflessione, se volete anche una dichiarazione di stima e affetto che ci lega a queste pagine. Il suo bianco e nero, ostinatamente esibito contro un mondo digitale che ha nei colori la sua stessa connotazione, le sue pagine, fogli, che da potere strappare appena c’è una notizia da conservare. Il suo motto…noi restiamo in montagna, sono la nostra identità, il segno distintivo della nostra appartenenza. Ci dicono chi siamo in un momento in cui Castelbuono è un luogo ameno governato da una falsa morale che non ha nulla da insegnare e lo sa e per questo è prepotente. L’ironia, dicevamo, al contrario della prepotenza, denuda ciò che stona in una Comunità rendendolo quello che è, un fenomeno ridicolo. Nessun altro giornale come Il Bancarello è mai riuscito in questo. Mai un copia e incolla, ma riflessioni che hanno raccontato personaggi, luoghi, contorni, battaglie politiche e civili. La montagna, si quella che è il nostro orizzonte a fare la sfondo alla testata. Il Rifugio dunque, quello che periodicamente abbiamo trovato nella nostra posta, aspettandolo con gioia e trovandolo con rassicurazione. Un amico quasi, che viene a raccontarci cosa succede in Piazza Margherita e nel nostro territorio. L’ha fatto per 100 anni e se pensiamo, quanto sono lunghi e quante persone hanno collaborato al Bancarello per raccontare il nostro paese, non finiremmo mai di scrivere. Un onore, per noi, essere parte di questa storia, di questo racconto corale senza fine. Un incentivo non solo alla scrittura, ma la voglia di imparare e capire come si raccontano i fatti, le persone. Una scuola di pensiero, capace di creare in noi la voglia di andare avanti. Se si ha un Rifugio nella vita, ci si scrollano di dosso tutte le vicende negative senza dimenticare che ci hanno segnato. Si riesce a guardare dall’alto in basso quelle persone che ci hanno leso senza alcun motivo e che però ci hanno danneggiato. Se si riesce ad avere un Rifugio, si ha la possibilità di credere in qualcosa che capisce come sei fatto e che per questo valorizza le tue capacità e le espone, rassicurando la tua dignità. Infine, se si ha un Rifugio, si cementifica l’importanza di leggere, scrivere e costruire per te stesso per segnare la differenza contro tutte le miserie della vita.




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