“Acquisire
l’abitudine di leggere è costruire per te stesso un rifugio da quasi tutte le
miserie della vita”.
William Somerset Maugham
William Somerset Maugham
E’
capitato a tutti nella vita di trovarsi smarriti per una qualche vicenda
vissuta e cercare con animosità un rifugio per stare meglio. Le strade, a
volte, diventano tortuose, ci s’incammina in ardue salite che rendono molto
difficile il cammino e allora occorre trovare un posto al sole dove, piano
piano, ricominciare a respirare. Alcuni anni fa, questo è successo a noi. A
quasi nessuno è sfuggita la nota e sconcertante vicenda che ci ha visti vittime
prima e poi travolti. Troppo pubblico il ruolo, troppo importante
l’istituzione, troppo grave quanto accaduto. Fu per noi, una vicenda scioccante
e dolorosa che ci vide, per molto tempo, al centro di discussioni avvincenti
per alcuni versi, e deprecabili per altri. Fu un periodo difficile, fatto di
scelte radicali e parole importanti. Fu in quel momento che avemmo il bisogno
di cercare un rifugio. Per noi leggere e scrivere sono sempre stati
comportamenti non solo quotidiani, ma anche vitali. Non c’è stato giorno nella
vita, in cui non abbiamo avuto un libro con noi e una matita e un quaderno,
rigorosamente con copertina rigida, su cui scrivere. Questi due elementi vitali
ci hanno condotto piano piano a questo giornale. Da quel momento l’intelligenza
raffinata di chi lo guida, la storia innata e palese de “Le Madonie”, la sua
autorevolezza e allo stesso tempo la sua distinta ironia, sono stati per noi il
Rifugio. Lo sappiamo, questo non è un addio, è solo un momento di riflessione,
se volete anche una dichiarazione di stima e affetto che ci lega a queste
pagine. Il suo bianco e nero, ostinatamente esibito contro un mondo digitale
che ha nei colori la sua stessa connotazione, le sue pagine, fogli, che da
potere strappare appena c’è una notizia da conservare. Il suo motto…noi
restiamo in montagna, sono la nostra identità, il segno distintivo della nostra
appartenenza. Ci dicono chi siamo in un momento in cui Castelbuono è un luogo
ameno governato da una falsa morale che non ha nulla da insegnare e lo sa e per
questo è prepotente. L’ironia, dicevamo, al contrario della prepotenza, denuda
ciò che stona in una Comunità rendendolo quello che è, un fenomeno ridicolo.
Nessun altro giornale come Il Bancarello è mai riuscito in questo. Mai un copia
e incolla, ma riflessioni che hanno raccontato personaggi, luoghi, contorni,
battaglie politiche e civili. La montagna, si quella che è il nostro orizzonte
a fare la sfondo alla testata. Il Rifugio dunque, quello che periodicamente
abbiamo trovato nella nostra posta, aspettandolo con gioia e trovandolo con
rassicurazione. Un amico quasi, che viene a raccontarci cosa succede in Piazza
Margherita e nel nostro territorio. L’ha fatto per 100 anni e se pensiamo,
quanto sono lunghi e quante persone hanno collaborato al Bancarello per
raccontare il nostro paese, non finiremmo mai di scrivere. Un onore, per noi,
essere parte di questa storia, di questo racconto corale senza fine. Un incentivo
non solo alla scrittura, ma la voglia di imparare e capire come si raccontano i
fatti, le persone. Una scuola di pensiero, capace di creare in noi la voglia di
andare avanti. Se si ha un Rifugio nella vita, ci si scrollano di dosso tutte
le vicende negative senza dimenticare che ci hanno segnato. Si riesce a
guardare dall’alto in basso quelle persone che ci hanno leso senza alcun motivo
e che però ci hanno danneggiato. Se si riesce ad avere un Rifugio, si ha la
possibilità di credere in qualcosa che capisce come sei fatto e che per questo
valorizza le tue capacità e le espone, rassicurando la tua dignità. Infine, se
si ha un Rifugio, si cementifica l’importanza di leggere, scrivere e costruire
per te stesso per segnare la differenza contro tutte le miserie della vita.
Nessun commento:
Posta un commento