lunedì 20 aprile 2015

La questione morale.

“La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle Istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico”.
E. Berlinguer

Dopo la denuncia da parte dell’opposizione, degli atti non trasparenti dell’amministrazione comunale, quello cui si dovrebbe pensare, automaticamente, è la questione morale. Molti certamente l’hanno fatto, come non pensare alle parole di Enrico Berlinguer quando si argomentano fatti di così tal rilevanza politica e civica. Al di là delle decisioni che ha preso l’opposizione o altri organi, quello che ci interessa è la questione morale del cittadino e non del politico. Da anni, ormai, si è aperto un dibattito, in tutta Italia, sulla sfiducia che i cittadini nutrono nei confronti della politica. La continua emorragia di voti, di tanti elettori che non vanno più a votare, è un sintomo evidente del disinteresse e della sfiducia. Ora, leggendo qualche commento sui social network, ci sono quelli che s’indignano per chi è di parte, ci sono quelli che legittimamente non comprendono la decisione dell’opposizione e ci sono quelli che vorrebbero derubricare gli atti poco trasparenti con argomenti del tipo: “ ah però ci sono le frane e noi pensiamo alle sedie”; è proprio questo il punto, se non ci fosse una morale di parte, la frase eticamente giusta sarebbe: “ ci sono le frane e ci sono le sedie”. Quando c’è di mezzo la morale, non ci sono argomenti prioritari, non si fa a gara cercando il pretesto per sminuire o per ridicolizzare l’azione di un gruppo politico piuttosto che di un altro. La morale non è appannaggio della politica ma, del cittadino attento che oggi, avendo tutti i mezzi, può liberamente informarsi, stare attento sulla conduzione, da parte della politica, dell’azione amministrativa e governativa. Aristotele, parlava non a caso di zoon politikon, affermava che l’uomo, in quanto animale sociale, è naturalmente portato a occuparsi della politica, affinché possa vivere in armonia con tutti gli altri uomini. Solo gli animali, esseri limitati e Dio che al contrario è onnipotente, secondo il filosofo greco, non hanno bisogno della politica. La politica è come sei ogni giorno, non solo durante le elezioni. E’ principio non uso personale. Il bisogno della politica nei momenti di crisi come questo, in cui a vari livelli ci accorgiamo della mediocrità delle classi dirigenti, dovrebbe farsi più acuto, più attento e non lasciare posto ai tanti “autointellettualoidi” che s’indignano per nulla e che giorno dopo giorno prendono campo con l’antipolitica. Prendere le distanze segnando la differenza. Non il fine personale ma quello comune è ciò che distingue una parte dall’altra.  Invece quello cui assistiamo sono parole vuote di quella parte che si abbarbica a un potere ridicolo e logorato, privo di sostanza e degno dell’apparenza.  Non c’è un Bene più prezioso di quello comune, non ci sono, a nostro avviso, battaglie più emozionanti di quelle che difendono le Istituzioni da quelli che non le rispettano e facendole si rispettano tutti i cittadini. La storia ci ha dato tante testimonianze di uomini e donne coraggiosi che hanno fatto di questo rispetto la loro ragione di vita. Per comprendere e sostenere la morale del Bene comune bisogna essere liberi da condizionamenti di sorta, avendo ben saldo l’ideale e difenderlo ad ogni costo.