lunedì 21 novembre 2016

Gli scomparsi


“Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si era visto di notte.” 

J.Saramago.

Come chiusi dentro un Grande Fratello di letteraria memoria, la nostra attenzione è pilotata dalla comunicazione politica solo su alcuni temi. Castelbuono è nello stesso tempo, il paese della musica, del pane, del fungo, della natura, dei dolci, dei fiori, del teatro.  Siamo talmente tante cose da non essere più nulla e questo nulla diviene esso stesso evento. Tutto è EVENTO da cavalcare e propagandare diventando il cavallo di battaglia di un’Amministrazione senza idee e senza obiettivi. Appropriarsi dei successi e delle capacità delle associazioni che organizzano a vario titolo le manifestazioni, significa vantarsi del nulla. Bisognerebbe ringraziare e non vantarsi. Chi non ha idee, non plaude mai a chi le ha, ma le nasconde cercando di farle proprie al momento opportuno. E contro questo tipo di comunicazione grandiosa che vuole nascondere il resto, noi, al contrario, proprio del resto vogliamo parlare. Così come un locale “Chi l’ha visto?”, vogliamo sapere che fine hanno fatto al Museo Civico, il Premio Tesi e il Premio Castelbuono Architettura che non sono banditi da due anni? Legati al Premio Architettura che fine hanno fatto i restauri da realizzare con i fondi di accantonamento del Museo Civico? Progetti di restauro già pervenuti al Museo, relativi a Fontana Venere Ciprea, Portone della Sala del Principe, Fontana di San Paolo e uno dei due altari laterali della Matrice Nuova. Perché non si è più fatto il restauro già finanziato del pavimento d’ingresso del Castello?  A che punto è il progetto di restauro della Cappella Palatina, annunciato in consiglio comunale dagli amministratori del Museo? Nessuno che abbia ricordato culturalmente e storicamente la nascita del Castello avvenuta esattamente settecento anni fa. Ma qui una ragione forse c’è, e forse è legata al fallimento del Cinquantesimo anniversario della nascita del Museo Civico. Ma andiamo avanti. Sono o no arrivati i fondi di rendicontazione regionali al Museo naturalistico? Esiste ancora il Centro studi Marco e Rosa Speciale? Cosa realmente si consuma dentro Casa Speciale? Qualcuno ha notizia del Tavolo tecnico delle Istituzioni culturali, o della Commissione sul lascito Paolo Cicero, che di “speciale” ha solo il fatto di essere nata con il botto ed essere finita nel silenzio più totale? Il Consorzio universitario che “gestiva” in parte Palazzo Failla, che progetti ha per Castelbuono? E Palazzo Failla, qualcuno se ne ricorda o ormai è divenuta anch’esso sala banchetti privati e basta? Chissà come è ridotto il giardino dei Ventimiglia che si trova al suo interno.  Il piano traffico, il mercato del contadino? Di Centropolis ci occuperemo con una riflessione ad hoc perché lo merita. Sono solo alcuni esempi che abbiamo voluto ricordare, ai quali non sappiamo se ci saranno delle spiegazioni, come su altri temi e altri interrogativi la politica da ambo le parti tace. Tace l’Amministrazione intenta solo a rifarsi il look in vista del passaggio elettorale e tace l’opposizione, in linea su come ha agito. Nessuno si rende conto di quanta identità stia perdendo Castelbuono, siamo tutto e siamo niente, siamo proiettati verso un’idea di paese turistico data per realizzata, ma che manca di tutto. E a quelli che dicono che in passato si è scommesso sulla cultura, ricordiamo che si in parte è vero, ma che se ancora dopo più di venti anni ancora parliamo di come ricostruire il Teatro Le Fontanelle, di come sarebbe necessaria una Fondazione culturale che gestisca il patrimonio storico e artistico, evidentemente qualcosa non ha funzionato. Per scrivere una nuova storia, bisogna fare chiarezza, fare quella sana autocritica che nella politica è mancata, per cui la colpa non è mai di nessuno. Il nuovo ha bisogno del vecchio solo per evolversi; è il nuovo che deve scrivere il futuro non il vecchio che appartiene al passato. Come un film, bisogna tornare a guardare e riguardare la storia degli ultimi venti  anni, sequenza dopo sequenza, analizzare, segnare, per comprendere e non solo capire, come e perché le nostre Istituzioni culturali oggi navigano a vista, senza un progetto coeso e senza tenere conto né dei fini istituzionali, né dei bisogni dei cittadini. Fintanto che esse, si rivolgeranno solo al probabile turista, dimenticandosi dei castelbuonesi non ci sarà mai una crescita culturale.  Occorre tornare a guardare, dunque, e ricreare quel mondo di cose perdute dietro un’improvvisata politica che distrugge e non costruisce.  Dovremmo tutti ricordare che l’idealismo non è difendere le nostre idee quando non costa niente. Ma è quando costa che vale la pena praticarlo.

N.B: apprendiamo con favore che, nei giorni in cui l’articolo andava in stampa, finalmente è stato bandito il Premio Tesi del Museo Civico.