Alexander
Dubcek
E’ Giugno ed è tempo di esami. Ogni anno questo è il periodo in cui i
nostri ragazzi sono esaminati per il lavoro che hanno svolto con i loro insegnanti.
I professori hanno presentato un programma, l’hanno svolto e gli studenti l’hanno
studiato. I più bravi saranno promossi e potranno continuare il loro percorso
di studi. Ci piace pensare che anche la politica possa andare alla prova degli
esami. Essa ha presentato un programma sulla base del quale è stata eletta a
governare. Sono passati degli anni, sarebbe opportuno che si facesse il
Bilancio sociale di cosa è stato fatto e di quello che si è perso per strada. Non
un elenco ma cose vere, concrete per comunicare ai cittadini la verità. Oggi,
invece, continuano a dirci che soldi non ce ne sono, vero anche questo, negli
ultimi dieci-quindici anni, diciotto miliardi di tagli agli Enti locali (Fonte
Anci) non sono bruscolini, però, alzano le tasse, fanno gli eventi, si continua
a spendere. La domanda è: si fa in base al programma, o com’è percepito, lo
stesso è messo di lato il giorno dopo le elezioni? Anche l’opposizione dovrebbe
esporre in modo trasparente il percorso che ha fin qui fatto. Non servono al
momento comizi, non servono dibattiti nelle pubbliche piazze. Quello della
politica si è ridotto a invettive personali e polemiche inutili. La politica
che non sa rispondere si ciba di questo corto circuito. Cambia argomento,
indirizza l’attenzione su altro, non sul suo lavoro. Per questo è sempre colpa
di qualcun altro se le cose non si sono fatte. Non siamo stupidi. C’è bisogno
di capire, è la politica che ha a cuore il Bene Comune e il rispetto delle Istituzioni
che deve dettare i temi e dare le risposte. Solo se lo fa, il cittadino sarà in
grado di fare le sue valutazioni, chiedere nello specifico se è solo questione
di soldi o di volontà e programmazione. Sarebbe bella una democrazia
partecipata, sarebbe bello un confronto come fanno le democrazie anglosassoni.
E allora, fatevi avanti diteci quello che avete fatto fin qui. Noi staremo
attenti, faremo la parte dei curiosi che vogliono sapere. Vi faremo tante
domande, non vi faremo sconti. Anche i più distratti, se la politica li va a
prendere uno a uno a casa non potranno fare finta di nulla. E’ l’interrogazione
popolare, la via della trasparenza. Non andate alle elezioni sordi e tronfi,
avete molto da fare. C’è un tessuto sociale distaccato dalla Cosa pubblica che
va ricreato. Lo dimostrano le piazze deserte e la lontananza dei cittadini da
quello che dite ogni volta. Sempre le stesse cose, sempre i soliti scarica
barile. Oh, lo sappiamo, anche noi avremmo dovuto fare di più, avremmo dovuto
essere più attenti, seguire i consigli comunali, leggere i documenti all’Albo
pretorio. Siete proprio sicuri che non lo abbiamo fatto? La politica che si
sottrae al confronto, non è sicura di se, fugge, si nasconde, fa si che si crei
quella cappa per cui, è meglio non esporsi. Non ci piace questo clima, siamo
per la partecipazione consapevole. Adesso, finite di fare i compiti, studiate
bene, perché il tempo degli esami sta per arrivare.