lunedì 23 maggio 2016

Il potere della narrazione


“Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie... lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità.” 

Oriana Fallaci

Manca poco, manca davvero poco un anno. In politica il tempo passa velocemente e poi saremo chiamati a votare. Non ricordiamo che una campagna elettorale sia iniziata mai così presto, c’è voglia di cambiare, c’è voglia di mettere da parte il presente e andare avanti. Qualcuno ancora rievoca i fasti del Movimento democratico del ’92 che vide la partecipazione popolare viva e attenta mettersi contro, svegliarsi quasi, dal torpore di quegli anni. Qualcuno, dicevamo, evoca quel periodo, cercando anche di attestarsene la paternità. In effetti, furono tanti i giovani che allora si unirono accomunati da un ideale comune. I più piccoli, anche gli adolescenti, lasciarono le loro solite distrazioni, per correre ai comizi, attaccare i manifesti, assistere agli incontri. C’era il Movimento democratico che aspettava, lo sentivamo, era lì, con il suo palchetto, con le sue riunioni nella sede di Via Roma. Era sempre pronta la macchina con il megafono, i capannelli che accoglievano tutti. E tutti c’eravamo. Comunisti, ex comunisti, socialisti, verdi, cittadini che, come noi, scoprirono la politica e se ne innamorarono perdutamente. Non si perdeva nessun appuntamento. Nottate infinite, non a decidere le poltrone, ma a svegliare il paese con idee nuove. C’era la musica, c’erano i mandolini, le chitarre, c’erano serate in cui ci si riuniva in qualche casa di campagna. C’era un legame forte che legava quelle persone, l’amicizia, l’ideale dello stare insieme, anche fuori dai luoghi canonici. Nacque nel ’92 l’dea di fare campagna elettorale in giro per il paese, non solo nelle piazze. Si bussava alle porte, erano tanti quelli che giravano per parlare con la gente, anche il candidato sindaco che non si sottraeva mai. I cittadini si affacciavano ai balconi, aprivano le porte e uscivano fuori. Chianu ‘u Puzzi, ‘U Sarvaturi, A strata Ranni, Il Mangano, Santa Croce, quartieri dimenticati, divennero centri vitali. I cittadini capirono e seguirono. Come un vento forte che non lascia respirare, quel Movimento andò crescendo e lontano e ci andò perché si era tutti uguali. I “grandi” aiutavano noi “piccoli” a capire e comprendere le cose difficili. Scoprimmo la bellezza della democrazia.  C’era, quello che manca oggi, la voglia di stare insieme, di crescere tutti senza lasciare indietro nessuno. C’erano idee mai banali. I nostri non sono ricordi edulcorati e neanche nostalgici. Sono, invece, input che vorremmo rivedere oggi poiché Historia magistra vitae. Lo sappiamo i tempi sono cambiati, molte persone non ci sono più, la società è più liquida, sorda, presa da mille problemi, quello del lavoro in primis. Non abbandoniamo l’idea che si possa tornare ad avere fiducia nelle idee, in quelle che riguardano il Bene di tutti e non quello personale. Tornare a rispettare le regole e avere rispetto per le Istituzioni che è l’unico modo per rispettare i cittadini. Questo la politica deve fare, non come avviene in una continua propaganda assillante e priva di contenuti. La campagna elettorale è iniziata, sarà lunga, ne vedremo tante. Quello che auspichiamo è che si abbia il coraggio (ce ne vuole tanto) di non avere timore di cambiare veramente, di lottare perché questo avvenga. Auspichiamo, ancora, che non ci siano echi di restaurazione e che lo sfascio che oggi è sotto gli occhi di tutti, possa essere Humus per nuove intelligenze, (e ce ne sono). Uomini e donne freschi che possano esprimere la loro voglia di dedicarsi alla Cosa Pubblica. Lasciate indietro i “curtigli”, lasciate andare le beghe inutili. I temi importanti ci sono, le cose per cui sfiancarsi di lavoro esistono. Bisogna ora, alzare la musica, aprire le porte e andare all’obiettivo comune cercando quel vento che possa condurre Castelbuono alla sua dignità.

 


3 commenti:

  1. Ogni volta che ti leggo rimango estasiato; sarà perché sono un nostalgico sessantenne, o c'è davvero un comune sentire che aspetta solo di essere in qualche modo catalizzato?

    RispondiElimina