“Esistono luoghi che
respiri e senti tuoi.
Come quelle persone che, anche se non hai mai incontrato, conosci da sempre”.
Fabrizio Caramagna
Come quelle persone che, anche se non hai mai incontrato, conosci da sempre”.
Fabrizio Caramagna
Camminare, andare su e giù, con
gli occhi bassi guardare i propri passi. Andare, venire e tornare. Alzare la
testa e guadare ad altezza del proprio sguardo quello che ti sta intorno. Case
chiuse, sbarrate le porte e chiusi i balconi dove prima si vedeva la vita. La
mattina fa meno impressione. Quasi tutti, la mattina escono per andare a
lavorare è normale che chiudano tutte le finestre. La sera, invece, è quella
che fa più impressione. Avete mai provato a fare una passeggiata per
Castelbuono la sera? Strade poco illuminate per lo più, deserte e case immobili
avvolte nel silenzio più cupo. Nessuna luce, nessun profumo della cena appena
preparata. Non c’è traccia di persone che aprono quelle porte. Sfilze di case
che creano le vie, tutte rigorosamente chiuse, alcune sembrano tristemente
abbandonate. Nessuna voce, nessun racconto tra i balconi. Non ci sono panni
stesi, nessun fiore. Anche la piazza più bella del mondo, per alcuni “ombelico
del mondo” è vuota. Andate in via Mario
Levate, scendendo sulla destra ci sono quindici case chiuse. Andate in via
Mustafà e troverete lo stesso. A Strata ranni, Via Maurolico, Via Cappuccini.
Andate a piedi, noi lo abbiamo fatto e la tristezza ci ha preso il cuore. Non
parliamo di tarda sera, no, basta andare intorno alle 19 e non vedere nessuno. Ve
lo ricordate cosa era prima il vespro? Era un appuntamento assiduo della
giornata, dopo il lavoro andare a fare la passeggiata, incontrarsi,
chiacchierare. Vedersi appunto. La nostra Agorà è vuota, struggente nel suo
ordine al quale manca la vita e la vitalità di chi, come noi, da bambino la
affollava con giochi fino all’ultimo respiro. E’ sofferenza, è straniamento
vedere cambiare così rapidamente Castelbuono. Un malinconico lungo addio tra
due generazioni che non si scambieranno mai il testimone. Nessuno ne parla
apertamente, nessun incontro pubblico su questo, ci mancherebbe! Una società,
ormai, solo di alcuni che si spartiscono tutto e il resto muore e a loro non
importa. Nessuno ne parla. Solo sogni di gloria e propaganda dipingendo un
paese che non c’è più. Stridono certi discorsi, stride la mediocrità data a
certe notizie che di sensazionale non hanno nulla. Scialbo e inutile è il
potere che non s’interroga, che prende e non da. Mediocre è non confrontarsi,
non aprirsi e non ammettere che un problema sociale forte esiste e che non è
solo dei ragazzi che vanno via per il lavoro. Certo è anche quello, ma c’è di
più. Ci sono legami che finiscono, ci sono vite che non nasceranno più qui, che
non andranno nelle nostre scuole, che non compreranno più nei pochi e
resistenti negozi ancora aperti. Il paese è cambiato in peggio; è terribile
sempre, quando si perdono le persone. La bufala del turismo che avrebbe portato
ricchezza, che avrebbe dato lavoro a tutti. L’ecologia accostata solo a un
cassonetto tolto senza interrogarsi sui veri cambiamenti degli stili di vita.
Il nulla, questo è successo negli ultimi anni. Un potere autoreferenziale che
non riesce a sostenere lo sguardo di chi la pensa diversamente e per questo
attacca dalla mattina alla sera. Era bella Castelbuono, tanta gente, le foto di
un tempo lo raccontano. I discorsi della storia lo ricordano. La vitalità, la
genialità erano azioni quotidiane. L’ironia madre della vera Castelbuonesità.
Siamo pochi adesso, siamo anche
più soli perché quando non c’è il ritorno ideale, la cosa che resta è la
solitudine.