mercoledì 16 ottobre 2019

CHIUSO



“Esistono luoghi che respiri e senti tuoi.
Come quelle persone che, anche se non hai mai incontrato, conosci da sempre”.
Fabrizio Caramagna

Camminare, andare su e giù, con gli occhi bassi guardare i propri passi. Andare, venire e tornare. Alzare la testa e guadare ad altezza del proprio sguardo quello che ti sta intorno. Case chiuse, sbarrate le porte e chiusi i balconi dove prima si vedeva la vita. La mattina fa meno impressione. Quasi tutti, la mattina escono per andare a lavorare è normale che chiudano tutte le finestre. La sera, invece, è quella che fa più impressione. Avete mai provato a fare una passeggiata per Castelbuono la sera? Strade poco illuminate per lo più, deserte e case immobili avvolte nel silenzio più cupo. Nessuna luce, nessun profumo della cena appena preparata. Non c’è traccia di persone che aprono quelle porte. Sfilze di case che creano le vie, tutte rigorosamente chiuse, alcune sembrano tristemente abbandonate. Nessuna voce, nessun racconto tra i balconi. Non ci sono panni stesi, nessun fiore. Anche la piazza più bella del mondo, per alcuni “ombelico del mondo” è vuota.  Andate in via Mario Levate, scendendo sulla destra ci sono quindici case chiuse. Andate in via Mustafà e troverete lo stesso. A Strata ranni, Via Maurolico, Via Cappuccini. Andate a piedi, noi lo abbiamo fatto e la tristezza ci ha preso il cuore. Non parliamo di tarda sera, no, basta andare intorno alle 19 e non vedere nessuno. Ve lo ricordate cosa era prima il vespro? Era un appuntamento assiduo della giornata, dopo il lavoro andare a fare la passeggiata, incontrarsi, chiacchierare. Vedersi appunto. La nostra Agorà è vuota, struggente nel suo ordine al quale manca la vita e la vitalità di chi, come noi, da bambino la affollava con giochi fino all’ultimo respiro. E’ sofferenza, è straniamento vedere cambiare così rapidamente Castelbuono. Un malinconico lungo addio tra due generazioni che non si scambieranno mai il testimone. Nessuno ne parla apertamente, nessun incontro pubblico su questo, ci mancherebbe! Una società, ormai, solo di alcuni che si spartiscono tutto e il resto muore e a loro non importa. Nessuno ne parla. Solo sogni di gloria e propaganda dipingendo un paese che non c’è più. Stridono certi discorsi, stride la mediocrità data a certe notizie che di sensazionale non hanno nulla. Scialbo e inutile è il potere che non s’interroga, che prende e non da. Mediocre è non confrontarsi, non aprirsi e non ammettere che un problema sociale forte esiste e che non è solo dei ragazzi che vanno via per il lavoro. Certo è anche quello, ma c’è di più. Ci sono legami che finiscono, ci sono vite che non nasceranno più qui, che non andranno nelle nostre scuole, che non compreranno più nei pochi e resistenti negozi ancora aperti. Il paese è cambiato in peggio; è terribile sempre, quando si perdono le persone. La bufala del turismo che avrebbe portato ricchezza, che avrebbe dato lavoro a tutti. L’ecologia accostata solo a un cassonetto tolto senza interrogarsi sui veri cambiamenti degli stili di vita. Il nulla, questo è successo negli ultimi anni. Un potere autoreferenziale che non riesce a sostenere lo sguardo di chi la pensa diversamente e per questo attacca dalla mattina alla sera. Era bella Castelbuono, tanta gente, le foto di un tempo lo raccontano. I discorsi della storia lo ricordano. La vitalità, la genialità erano azioni quotidiane. L’ironia madre della vera Castelbuonesità.
Siamo pochi adesso, siamo anche più soli perché quando non c’è il ritorno ideale, la cosa che resta è la solitudine.