venerdì 22 novembre 2019

L'ARROGANTE


“Chi nel successo diventa presuntuoso
non sa più ascoltare nessuno,
diventa incapace di leggere la realtà
e confida solo nella sua arroganza”
Enzo Bianchi
Chi di noi non ha mai incontrato nella vita un arrogante? Il tempo stesso che stiamo vivendo è arrogante in se stesso. Lo viviamo ogni giorno, chi  parcheggia male la propria auto bloccando il traffico, chi non rispetta le code negli uffici pubblici, chi vuole primeggiare su tutto a discapito di tutti. L’arrogante è in mezzo a noi, sempre. Al primo sguardo sembra forte, invincibile, con i suoi modi tende a dividere le persone per primeggiare. Calpesta la dignità di chiunque e non mostra rispetto per il pensiero altrui. E’ spesso litigioso nei modi così come nella parole. Detesta che qualcuno possa emergere e lo impedisce con ogni mezzo.  Ogni giorno assistiamo a dichiarazioni irresponsabili e anche violente che denotano un impoverimento culturale ormai quasi inarrestabile. Non ci sono più i tempi consentiti da una conversazione civile seppur di idee opposte. L’arrogante schiaccia le idee diverse dalle sue con qualsiasi mezzo. Quello che dovrebbe preoccuparci di più è quando l’arrogante è un politico, colui che detiene il potere di “fare” o “non fare” le cose. Lo abbiamo visto, le sorti del nostro Paese, sono state legate e lo sono tutt’ora a personaggi che perseguono solo la loro affermazione. Essi hanno la capacità di impoverire la cultura di convivenza civile, dando segnali egocentrici e del tutto sbagliati. Non è facile individuare il vulnus che crea l’arrogane perché, parlando alla pancia e non alla mente, attecchisce in chi vuole che le “proprie” esigenze vengano messe in primo piano. Quanto è falso tutto questo. Creare un nemico, aizzare sulle insofferenze, rendere divisivi i cittadini. “Divide et impera” è il suo motto. Ma perché lo fa l’arrogante? Egli è di solito, un uomo che si arroga il diritto di scegliere sempre il meglio, di non sbagliare mai e di ergersi a capo-popolo senza però averne le capacità intellettuali. Non è mai roso da nessun dubbio. Conosce i propri limiti, ma non ammettendoli li usa a suo favore. Sembrerebbe un controsenso, m questo è alla base del tempo barbarico che stiamo vivendo. L’incapacità di sapere ascoltare, di dare una lettura sbagliata della società, si tramutano in scelte scellerate anche nella gestione dei soldi pubblici. Confidando solo nella sua arroganza, sceglie il metodo più veloce per non scontentare nessuno e per premiare gli istinti più bassi, che non hanno bisogno di convincimento culturale, “Mala tempora currunt”.
Non sappiamo come andrà a finire, ma sarebbe bello se ognuno facesse la nostra parte, sarebbe immensamente positivo se scegliessimo persone perbene e non quelle che sembrano le più “simpatiche”. Il vivere civile non ha bisogno di battute dette per pura propaganda, ma di capacità e visione. Cominciamolo a farlo nei nostri piccoli centri, con la fortuna, come dice qualcuno “che ci conosciamo tutti”…