venerdì 20 luglio 2018

La palla


“L'uomo che si lamenta del modo in cui la palla rimbalza è probabilmente quello che l'ha fatta cadere.” 
Lou Holtz
Da circa un anno assistiamo a una preoccupante assenza di dialettica politica, culturale e sociale che ha ridotto a lume di candela il dibattito pubblico. Assente, ormai da qualche tempo, qualsiasi tema propagandato in campagna elettorale, riguardante grandi progetti, meravigliose visioni, enormi sogni…che mai si sono realizzati, e non solo nell’ultimo anno.
Il dibattito, invece, è tra due competitor che evidentemente peccano in due cose: non avere capito che la campagna elettorale è finita da un pezzo e seconda cosa non avere capito i ruoli che ricoprono.
Siamo ormai abituati a una mancanza istituzionale che ha avvilito il clima politico e sociale della nostra amata Italia, ma qui le cose non vanno meglio.
Post su facebook avvelenati e privi, non solo di sintassi, ma anche di rispetto, si rincorrono in continuazione esasperando, non solo i temi che non sono spiegati per quello che sono, ma anche i toni e le intenzioni.
Come il gioco della palla, qualcuno non fa altro che lanciarla, ora a te, ora a me, prima c’eri tu, ora non ci sono io ecc.…è tutto un susseguirsi di rimpalli verbali, di accuse personali, di antipatie portate all’ossimoro. E i temi? E i cittadini che hanno coccolato in campagna elettorale promettendo quei sogni appunto di cui si diceva prima? Anche l’aumento del pane diventa tema per attacchi e insinuazioni, mai quello della benzina che a Castelbuono è diventato vergognoso. E mentre la cronaca locale, ci preoccupa per quello che sta accadendo ai nostri giovani, alle donne, ai bambini indifesi, la politica fa scena nelle piazze, nelle feste e nell’imminente estate che, ovviamente, tutti ci invidieranno. (sic!)
Sarebbe ora di smetterla, di mettersi dentro le cose, di studiare, di avere rispetto, di finirla nel cercare pretesti inutili, anche perché non ci sono più alibi, per due ragioni. Chi oggi è all’opposizione non si può dire ignaro di quanto accaduto nel passato. Fa specie pensare che a qualcuno dia fastidio l’aumento del biglietto del Museo Civico, quando l’ha amministrato, sempre nel passato, senza alcun rispetto per l’Istituzione e in modo leggero.  Sempre le carte parlano, no vox populi, come fa qualcuno. O cadere dal pero per la questione Teatro le Fontanelle, o la vergona assoluta della frana della via Tenente Ernesto Forti. Al contrario chi oggi amministra, invece di tirare sempre in ballo il predecessore, dovrebbe dirci come intende risolvere i veri problemi di questo paese. No. Il pane, oggi conta di più, fingendo un’inutile vicinanza ai cittadini, tirando fuori crisi economiche e storture populiste varie.
Sarebbe opportuno, capire a questo punto chi ha fatto cadere la palla, chi ha iniziato il rimbalzo, intanto noi aspettiamo che ci sia finalmente una dialettica vera, intelligente e profonda.