“L’amore è come la devozione;
viene tardi”
A. France
Vite che si inseguono per le
strade, anime affaticate salgono le scale. Bambini chiassosi che camminano con
coppi coloratissimi e illuminati da piccole luci. Segni che si ripetono anno
dopo anno, secoli dopo secoli che prendono il cuore di tutti i castelbuonesi.
Scende dal Castello e viene a trovarci, le a noi devota, lo fa ogni anno; noi
devoti a lei lo facciamo di tanto in tanto. Cambiano i tempi e l’uomo, per sua
natura, tende a modificare quegli aspetti che hanno bisogno del cambiamento.
Anno dopo anno, siamo qui a constatare che ancora, inspiegabilmente, si da
seguito ad una convezione che sa solo di apparenza. Lo diciamo noi, che ne
siamo stati protagonisti nel passato e che proprio da protagonisti, sollevammo
allora la questione. Il punto è: ha ancora senso che i devoti a piedi scalzi
facciano la solenne processione stando distanti dal Sacro Teschio di Sant’Anna,
venendo molto dopo le autorità…finanche dopo la banda? Come detto, sollevammo
questo quesito in tempi in cui avevamo il ruolo per poterlo fare e la risposta
fu: Ma si è fatto sempre così…!!! Ecco, questa frase, il “si è fatto sempre
così”, dice in verità, che nulla si deve cambiare. Che la devozione, quella
vera, quella spirituale, viene dopo, come ci avverte France. Oggi, è vero, il
nostro paese assiste ad altro tipo di devozione, lontana dalla spiritualità e
pregna di protagonismo. Altri devoti stanno vicino all’idolo del momento,
quelli veri, quelli che il viaggio a piedi scalzi lo fanno per ragioni
profonde, lontani dalla ragione per cui sono li. Cambiamo, cari paesani,
portiamo avanti questa battaglia di civiltà e spiritualità. Siamo sicuri che
anche le nostre autorità, prenderanno nella giusta considerazione questa
proposta che non è nostra, ma del popolo. Quel popolo che non si è sottratto,
durante il Centenario della donazione del Teschio, a seguire Sant’Anna in un
freddo febbraio di qualche anno fa. Un popolo che attende un anno, che aspetta con
pazienza di poterla vivere, toccarla, starle semplicemente accanto. Lo diciamo
noi, con tanto rispetto, noi che non pratichiamo la fede, ma che abbiamo grande
considerazione per chi, come molti, ogni giorno dedica parte del suo tempo alla
spiritualità religiosa. Sant’Anna non è solo la patrona, è la nostra identità, è
la nostra storia. Patria senza confini, terra accogliente e casa che ospita
tutti. Il popolo merita attenzione, sempre, in particolare quando è affaticato,
quando, si spoglia per donarsi. Il popolo di Castelbuono merita questa crescita
culturale, merita di stare davanti. Qualcuno, a ragion veduta, deve lasciare
che sia così. Solo così l’amore verrà prima.