mercoledì 18 gennaio 2017

Le Fontanelle e le mille verità


“Ci sono due errori che si possono fare lungo la strada per la verità: non andare fino in fondo e non partire”.

Buddha

Si è alzato il sipario, va in scena la verità, la possibilità sul Teatro Le fontanelle. Gira per le vie una nuova verità, è su tutte le bocche, gli occhi si strabuzzano e nella piazza del Castello, tanti cittadini lo guardano con occhi nuovi. Non sembra più così brutto, basta abbassare la quota, fare delle modifiche all’interno, non stravolgerlo e lui potrà essere di nuovo nostro, grande e ampio come solo un teatro merita. Molti non credevano, perché la politica non ha mai spiegato a nessuno il perché dei mille finanziamenti andati perduti, dei tanti progetti faraonici e milionari buoni solo a realizzare l’ennesima sala convegni. Più si faceva silenzio sull’argomento, più crescevano gli interrogativi e anche lo scoramento. Ormai tutto è perduto. Venticinque anni, tanto è durato il silenzio sul Teatro Le Fontanelle. Eppure, dopo l’assemblea pubblica che il Comitato “Rivogliamo Le Fontanelle” ha tenuto di recente, molti di quegli interrogativi sono stati chiariti. La novità è importante, è un fatto in sé. Non ci sono fazioni politiche apertamente che ci spiegano il fallimento di tutti questi anni, il bue che dice cornuto all’asino! Cittadini attenti e competenti che hanno avuto l’ardire di mettersi a studiare i progetti e capire che le soluzioni per riavere il teatro ci sono. Lo dicono i tecnici, le norme, e le soluzioni economiche. Alcuni di questi cittadini hanno facce nuove, finalmente, intelligenze del nostro paese che hanno a cuore il Teatro. Nessun clientelismo alle porte, solo idee. Ah le idee…è proprio con esse che la politica, di tutti gli schieramenti, adesso si deve confrontare. E’ un fatto, dicevamo, che tanti cittadini, moltissimi per la verità, abbiano aderito al Comitato, nell’intento comune di creare quella necessaria massa critica capace di potere ottenere, senza chiedere nulla di personale in cambio, che ci sia attenzione per i bisogni dei cittadini. Questa posizione, potrebbe essere quella rivoluzione culturale di cui abbiamo sempre scritto, che aggreghi i cittadini verso il Bene comune, e che non deleghi ai soliti noti, progetti di propaganda. E’ dai bisogni dei cittadini che si deve partire perché il nostro paese possa rinascere dalla mediocrità culturale e sociale in cui è precipitato. Il teatro dai noi più che necessario, anche storicamente ha avuto la funzione di svegliare le coscienze, di rendere liberi gli uomini, di fare crescere una Comunità. Studio, conoscenza, proposta, questo è il metodo che serve e che dovrebbe riguardare anche con attenzione i nostri musei, gli edifici pubblici di pregio e tutte le altre attività strategiche. La verità che è stata svelata in quell’assemblea, dovrebbe fare riflettere e forse anche indurre a chiedere scusa a tutti quelli che a vario titolo e negli anni, si sono intestati la ricostruzione del Teatro Le Fontanelle. Eppure, sarà anche la scusa delle feste, nessuno di loro ha scritto, nessuno che ha lanciato il solito comunicato privo di sostanza, in cui si prende atto che c’è una nuova situazione in atto. Eppure, il sale della democrazia è il confronto aperto e vero con i cittadini. Infine, poiché ormai il treno è partito, speriamo vivamente che l’unica cosa da fare sia non demordere, e andare fino in fondo per il bene di tutti, perchè quello che non dobbiamo più permettere è che si qualcuno cali il sipario per noi.
P.S: mentre andiamo in stampa, apprendiamo che la politica tutta è ben felice delle istanze proposte dal Comitato. Insieme ad altri, vigileremo che sarà davvero così.

lunedì 2 gennaio 2017

Sadiq, sirano di Damasco

Sadiq è un ragazzo siriano di Damasco. Sadiq è molto gentile e pieno di sana curiosità per la vita. Sadiq, che in arabo significa amico, così lo chiamo io, lotta ogni giorno per continuare a vivere in mezzo ad una guerra che da cinque anni lo sta logorando. E mentre lotta contro il freddo, la ricerca continua di cibo, di acqua e di ogni cosa possa fare vivere lui e la sua famiglia, sente il bisogno di comunicare con il mondo esterno tramite un social rimasto in Siria. Lo fa, e un giorno trova Fresche Frasche, comincia a leggere, di Renzi, della politica, trova anche divertenti i pezzi ironici. Così, continua a seguire questo blog e in un certo modo se ne innamora. E allora, un giorno decide di scrivermi e si presenta, facciamo amicizia, è facile con lui. Sadiq ama il nostro paese, qui ha studiato l’italiano, nella bellissima Siena e si lascia affascinare dalla bellezza di quei luoghi, dal cibo, dalla lingua che ama tanto. Pochi giorni fa, io e Sadiq, abbiamo parlato, lui è un grafico molto raffinato, e così discutendo e mettendo insieme un po’ d’idee, Sadiq, in pochi minuti crea la nuova immagine di Fresche Frasche, perché per lui, siriano di Damasco, Fresche Frasche è un luogo fresco, come un prato, dove ti puoi sdraiare a leggere un libro e a contemplare il cielo. Un cielo pulito, azzurro, senza minacciosi aerei. Sadiq, ama la bellezza e tutte le sue forme, è generoso, vivace e nonostante tutto, pieno di vita. A Sadiq, amico e siriano di Damasco, voglio dire, anche a nome di tutti i lettori di Fresche Frasche, che gli staremo vicini, perché lo merita e perché lui per noi rappresenta la speranza che, in questo mondo, solo la conoscenza può generare bellezza.