martedì 20 settembre 2016

La meglio gioventù


“Cosa diavolo ha la mia generazione? Perché siamo così lenti a crescere? Sembra che la nostra infanzia tenda a prolungarsi fino a venticinque anni. A quaranta siamo ancora degli adolescenti”.
Jonathan Coe

Estate piena, estate ricca di eventi importanti e in parte, speciali. Il nostro paese dimostra ancora una volta capacità e qualità degne di nota. Concerti, teatro, letture, enogastronomia non è mancato nulla, tutto il pubblico è stato accontentato. Capacità che hanno messo in evidenza la diversificazione di talenti presente a Castelbuono e di cui ci si può davvero vantare con consapevolezza e ammirazione. Uno dopo l’altro, nelle piazze, nei luoghi storici, siamo stati rallegrati e “riempiti” da volti, storie, note e risate degne di una grande città. Un plauso va a quanti si sono adoperati per la realizzazione di tutti questi eventi. Tutte queste associazioni, hanno dimostrato che si può fare anche, a svantaggio di quella politica che continua a dirci che soldi non ce ne sono, un calendario ricco di nota, basta avere progettualità, passione, competenza e idee. Politica, come diciamo sempre, senza idee e senza cultura che si culla del saper fare degli altri.  Ma la nostra generazione, la più istruita a cui non manca la capacità di inventare l’impossibile e farlo diventare possibile, resta distante dalla politica, dal Bene comune. Quasi indifferente, resta sui propri passi, senza curiosità si muove nella vita civica. Le capacità che esprime sono quasi sempre individuali, non si è capaci a fare squadra e quindi proporre, tutti insieme, un’alternativa valida per il nostro paese. La nostra generazione si divide drammaticamente, tra quelli che non hanno interesse alcuno per i fatti della politica, quelli che fanno da gregari a leader sempre eterni e quelli che sperano sempre, con forza e determinazione che qualcosa di buono si possa fare. Giovani coccolati da leader autoreferenziali che hanno insegnato ad alcuni a rinunciare alla morale in cambio  di qualche ruolo più o meno importante; quelli che si definiscono apolitici e poi, come si dice, alla prima occasione, abbozzano. Quelli che, pur avendo lo spirito e la voglia sana di faticare per questo paese, da quegli stessi leader sono sempre stati messi ai margini, forse perché non manovrabili, più intraprendenti e capaci di totale abnegazione e spirito civico.

Così, come l’estate, ricca di eventi diversi e diversificati, anche la nostra generazione si avvia ad essere un insieme di monadi che tra loro non comunicano. Distanti perché attratti da cose differenti; chi vira verso il Bene comune chi verso quello personale. Quelli che prima erano integerrimi, oggi chiudono gli occhi, si girano dall’altra parte. Prese di posizione personali e non generali che deturpano la dialettica politica svilendone il significato. A noi sono stati impartiti insegnamenti molto validi, tradizioni e storia che sono stati custoditi e valorizzati. Istituzioni che ci hanno fatto crescere. Musei, biblioteche, luoghi adibiti a teatri, e chitarre che hanno suonato nelle notti estive senza fermarsi mai.

Cosa lasceremo noi? Di cosa saremo capaci se non riusciamo a stare insieme, a trovare un modo per comunicare cosa vogliamo diventi Castelbuono? Perché aspettiamo ancora che ci sia qualcuno che ci dica come si fa? Non siamo forse capaci di uscire fuori da quella “eterna gioventù” cui, in parte, la storia ci ha relegati?

sabato 17 settembre 2016

FuoriRoma e Dentrol’Italia…lettera aperta a Concita De Gregorio


Cara Concita, ti seguo da anni, precisamente dalle Olimpiadi greche. Quel tuo articolo sulla chiusura dei giochi olimpici di Atene mi è entrato nella mente: “ Guardaci mondo, siamo la Grecia…”. Di tempo ne è passato La Repubblica, i libri, i fatti di Genova, e Licio Gelli, l’Unità, Pane quotidiano e adesso sei tornata con FuoriRoma. E’ bello, ogni sera, ascoltare le storie e vedere com’è fatta l’Italia. Ci fai entrare nelle piccole città lontane da Roma, per cultura e quotidiano. Lontane, forse, anche da quella cialtroneria che siamo abituati a vedere in Tv. Ci racconti i sapori di quelle città, ci ricordi che la destra, la sinistra, il populismo siamo noi, non Renzi, D’Alema, Berlusconi, Grillo e compagnia bella. La politica è quello che noi siamo ogni giorno, passione, dedizione, scontro, lungimiranza, populismo. La politica è bella se è orientata ai bisogni di tutti e non di alcuni. In provincia è più bella, nelle nostre piccole città, nei mille paesi della nostra Italia, ci sono ancora persone appassionate che credono che destra e sinistra siano ancora cose differenti, nei valori, nel pensiero, forse anche geneticamente. Tu, ci racconti queste storie, ed è questa la novità assoluta nel palinsesto televisivo, con pacatezza. Nessuno urla, tu stai lì seduta e ascolti, fai domande e ascolti E, come per magia, anche noi ascoltiamo e non abbassiamo più il volume della TV. Semplicemente non c’è bisogno di farlo. Ci sono le immagini bellissime che ci fanno vedere con occhio attento e non di propaganda quanto è davvero bella l’Italia, come siamo ricchi di storia, arte e cultura e che se la politica non entra in queste categorie è perduta e noi insieme con lei. Amministratori capaci e meno si avvicendano con voci di personaggi noti del luogo. Ognuno dice la sua, ognuno dimostra un forte campanilismo…siamo o no il paese dei mille campanili?

Bella la politica, quella scevra da individualismo, quella lontana dai riflettori che opera perché l’elettore è vicino, non distante dietro uno schermo. Nei piccoli centri bisogna rendere conto di quello che si è fatto da amministratori. Anche passeggiare per strada, può diventare un’operazione difficile se non si è amministrato bene. E allora Lecce sempre di destra con un sindaco capace di dialogare. E Carbonia con le sue miniere che sono il passato e i nuraghi e il mare che sono il presente e forse il futuro. Poi Pesaro e la sua bicipolitana lunga, lunghissima sembra non finire mai. Poi il mare, sempre presente in tutte queste città quel mare che serve da attrazione per la natura meravigliosa che sa essere e non discarica. Viene voglia di visitarle queste città, di passeggiare per le loro strade. Viene voglia di conoscerle con quella curiosità sana che è del viaggiatore e non del turista. Volti, sguardi, battaglie di ogni giorno che si riversano nella vita di ogni cittadino. Sembrano, però distanti la finanza e Roma ladrona, e le urla di Grillo e il benessere del renziano PD e il razzismo della Lega. Sembra lontana la Merkel, e manco a dirlo l’Europa. Ci sono persone vere con problemi e soluzioni reali. Bel viaggio, ricco e interessante come il tuo taccuino, sempre diverso a ogni puntata. Abbiamo bisogno che qualcuno, senza pregiudizi racconti di noi, delle nostre piccole realtà spesso dimenticate dalla dialettica politica nazionale. Abbiamo bisogno, per trovare soluzioni di quella pacatezza con la quale ci accompagni in giro per l’Italia. Perché forse, FuoriRoma è essere Dentrol’Italia.

FuoriRoma e Dentrol’Italia…lettera aperta a Concita De Gregorio


Cara Concita, ti seguo da anni, precisamente dalle Olimpiade greche. Quel tuo articolo sulla chiusura dei giochi olimpici di Atene non mi è entrato nella mente: “ Guardaci mondo, siamo la Grecia…”. Di tempo ne è passato La Repubblica, i libri, I fatti di Genova, e Licio Gelli, l’Unità, Pane quotidiano e adesso sei tornata con FuoriRoma. E’ bello, ogni sera, ascoltare le storie e vedere com’è fatta l’Italia. Ci fai entrare nelle piccole città dell’Italia, lontane da Roma, per cultura e quotidiano. Lontane, forse, anche da quella cialtroneria che siamo abituati a vedere in Tv. Ci racconti i sapori di quelle città, ci ricordi che la destra, la sinistra, il populismo siamo noi, non Renzi, D’Alema, Berlusconi, Grillo e compagnia bella. La politica è quello che noi siamo ogni giorno, passione, dedizione, scontro, lungimiranza, populismo. La politica è bella se è orientata ai bisogni di tutti e non di alcuni. In provincia è più bella, nelle nostre piccole città, nei mille paesi della nostra Italia, ci sono ancora persone appassionate che credono che destra e sinistra siano ancora cose differenti, nei valori, nel pensiero, forse anche geneticamente. Tu, ci racconti queste storie, ed è questa la novità assoluta nel palinsesto televisivo, con pacatezza. Nessuno urla, tu stai lì seduta e ascolti, fai domande e ascolti E, come per magia, anche noi ascoltiamo e non abbassiamo più il volume della TV. Semplicemente non c’è bisogno di farlo. Ci sono le immagini bellissime che ci fanno vedere con occhio attento e non di propaganda quanto è davvero bella l’Italia, come siamo ricchi di storia, arte e cultura e che se la politica non entra in queste categorie è perduta e noi insieme con lei. Amministratori capaci e meno si avvicendano con voci di personaggi noti del luogo. Ognuno dice la sua, ognuno dimostra un forte campanilismo…siamo o no il paese dei mille campanili?

Bella la politica, quella scevra da individualismo, quella lontana dai riflettori che opera perché l’elettore è vicino, non distante dietro uno schermo. Nei piccoli centri bisogna rendere conto di quello che si è fatto da amministratori. Anche passeggiare per strada, può diventare un’operazione difficile se non si è amministrato bene. E allora Lecce sempre di destra con un sindaco capace di dialogare. E Carbonia con le sue miniere che sono il passato e i nuraghi e il mare che sono il presente e forse il futuro. Poi Pesaro e la sua bicipolitana lunga, lunghissima sembra non finire mai. Poi il mare, sempre presente in tutte queste città quel mare che serve da attrazione per la natura meravigliosa che sa essere e non discarica. Viene voglia di visitarle queste città, di passeggiare per le loro strade. Viene voglia di conoscerle con quella curiosità sana che è del viaggiatore e non del turista. Volti, sguardi, battaglie di ogni giorno che si riversano nella vita di ogni cittadino. Sembrano, però distanti la finanzia, e Roma ladrona, e le urla di Grillo e il benessere del renziano PD e il razzismo della Lega. Sembra lontana la Merkel, e manco a dirlo l’Europa. Ci sono persone vere con problemi e soluzioni reali. Bel viaggio, ricco e interessante come il tuo taccuino, sempre diverso a ogni puntata. Abbiamo bisogno che qualcuno, senza pregiudizi, racconti di noi, delle nostre piccole realtà spesso dimenticate dalla dialettica politica nazionale. Abbiamo bisogno, per trovare soluzioni di quella pacatezza con la quale ci accompagni in giro per l’Italia. Perché forse, FuoriRoma è, essere Dentrol’Italia.