lunedì 15 ottobre 2018

Risate di gusto



“Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l’aspetto di giganti”.
Karl Kraus
Strani tempi, pieni di odio e rancore. Dialoghi che esistono solo sui social a uso e consumo di chi il tema non sa neanche cosa sia ma, accusa e mortifica ancora. Serve sempre un capro espiatorio pronto a immolare sull’altare il cattivo di turno contro l’inadeguatezza e la mediocrità di certa politica.
Diritti umani barattati a favore dei voti di personaggi più scuri che chiari che, ne siamo certi, non decifrano neanche l’italiano.
Sindaci onorati da tutto il mondo, nel nostro caso anche copiati da certi asini, sbandierati come merce da mercato, da un governo urlatore.
Assistiamo inerti al cambiamento dei diritti umani e culturali che i nostri genitori ci hanno insegnato.
La precarietà che c’è stata data in dote, mette in discussione sempre tutto ma, senza affrontare nessuna discussione. Una politica che non ha nulla raccontare, che non si confronta, priva d’idee, che usa, come nel nostro caso, il consiglio comunale, (vedi Consiglio comunale sul tema della raccolta differenziata), solo come strumento per prendere tempo, senza assumersi la responsabilità di una scelta. Una politica che non sa cosa sia il coraggio si nutre giorno dopo giorno solo di Risate di gusto. Appunto nessun tema, nessuna dialettica, solo panini e bevande e risate che non fanno ridere nessuno. E’ questo dunque il tempo che meritiamo? Se c’è una colpa che ha commesso la nostra generazione, è proprio quello di avere alimentato questa deriva.
Oggi per questo motivo, abbiamo bisogno di tutti quelli che nel passato hanno saputo segnare la differenza. Abbiamo bisogno dei loro esempi, del loro lavoro e della loro testimonianza. Abbiamo bisogno di menti superiori che ci insegnino la strada che abbiamo perso o che a fatica cerchiamo di fare in questo guazzabuglio di risate.
Noi non abbiamo nulla da ridere, facciamo con fatica cultura in questo paese che vive, ormai da tempi, solo di raduni e sagre di piazza, sponsorizzando solo cibo di strada, di cui per altro, Castelbuono non è mai stata testimone.
Abbiamo bisogno che emerga la cultura vera, fatta d’insegnamenti solidi e diritti civili veri, che non sia strombazzata dalla pagina Facebook del Comune, che sembra più la pagina di una radio di provincia che quella di un’Istituzione.
Agli intellettuali chiediamo di afferrarci per mano, di strigliarci se abbiamo permesso questo, se abbiamo dimenticato l’associazionismo per valorizzare l’individualismo.
Abbiamo bisogno di essere capiti e compresi, abbiamo bisogno, in definitiva, che il pensiero si faccia presente e pressante contro chi, oggi, continua a sponsorizzare solo risate di gusto, sperando che non siano indirizzate a noi.