“Cultura significa
anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo
che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto
ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti
la cultura non serve a nulla.”
Oriana Fallaci
Di recente si è celebrata l’ennesima
assemblea pubblica su un tema annoso: il progetto di rifacimento del Teatro Le
Fontanelle. Tema spinoso, che ha macinato vari decenni e appassionato molti, ma
che non è mai stato risolto. Annunci roboanti, da parte di varie amministrazioni
su finanziamenti avuti e perduti, su progetti stupendi e sbagliati, ogni volta
iperboli scambiate per verità, hanno fatto si che fosse l’opera culturale e
morale più incompiuta della storia di Castelbuono. Grandi architetti, area
castellana messa a soqquadro solo su carta, idee, proposte, tutte e sempre
cadute nel dimenticatoio. Adesso la sfida, che proprio in quell’assemblea è
stata quella di mostrare e non dimostrare, quale possa essere il progetto
migliore, certamente, avendo fede alle famose norme che si rispolverano quando non
ci sono idee.
E allora, sui social, si è aperto un mini
dibattito, mini perché l’argomento mostra sempre meno fascino, come quando una
donna, molto bella in gioventù con il passare degli anni, perde quella luce che
la faceva brillare. Ne abbiamo sentite tante : chi vuole abbatterlo completamente,
così che si possa fare un mega punto panoramico. Tipo spianata, che non sarà
all’altezza di quella delle Moschee di Gerusalemme ma, visto che Castelbuono si
confronta con il mondo, poco ci manca. Centro polifunzionale, che come tutti i
termini generici, dice tutto e niente. Chi vuole farlo diventare un
collegamento al castello, chi vuole 400 posti…ma quando mai, sono pochissimi!
Noi abbiamo bisogno almeno di 1000 posti... e così via. Il mini dibattito si è
spento nel giro di un paio di giorni. La politica, come sempre quando non ha
idee, butta la palla e poi scappa via, non partecipando al gioco. Come si fa
con il discorso “sull’elefante rosa”, tutti a parlarne, ma senza averlo mai visto.
Ora vorremmo provare a fare un esercizio;
piuttosto che continuare a mostrare progetti tecnici, perché non ne scriviamo
uno culturale, così che poi si possa fare di quello tecnico un involucro non
vuoto ma pregno di idee culturali appunto?
Cambiare per una volta l’oggetto del discorso e cambiare strada. La
prima domanda da fare è: oggi serve un teatro? Speriamo proprio di si. Castelbuono vanta una
grande tradizione teatrale, proprio in quel teatro si esibivano compagnie
importanti, andavano di scena anche opere liriche. Poi vennero gli anni del
Veglione, quello vero, in cui bastavano una chitarra e molta intelligente
ironia per raccontare le “nostre” storie. Si ballava, si ascoltava, ci
s'incontrava, ci si vestiva eleganti, proprio come quando si va a teatro. Adesso,
in cui neanche è resistito al corrosivo imbarbarimento culturale il Veglione,
in cui, le poche, (forse duo o tre) compagnie teatrali vanno di scena in
estate, accaparrandosi legittimamente date “utili” per avere più pubblico, possono
avere un teatro? Dall’altro lato, assistiamo con stima e stupore ai tanti
musicisti che stanno crescendo grazie al lavoro incessante che fa la nostra
scuola media, ma nessuno pone un tema fondamentale in quel mini dibattito: quel
“coso” - teatro, servirà anche alla scuola? Ne sarà parte integrante? Ancora,
le tante associazioni culturali avranno voce in capitolo, o finirà come per il
Centro Sud, ex Chiesa del Crocifisso, buona a tutto, dalle “mostre” agli
spettacoli…per nulla idoneo a fare teatro, altra promessa mancata? Perché
invece non si parte dalla destinazione dell’area castellana? Subito dopo il suo
insediamento l’amministrazione fece una serie di nomine gratuite per sviluppare
un progetto sull’area castellana. A che punto siamo? E’ possibile intervenire
facendo una discussione seria e senza escludere nessuno che non sia vicino a
qualcuno? Vogliamo che il Castello
decolli veramente con un progetto culturale vero e non solo di uno, magari
sviluppando un percorso culturale e sacro insieme? Vogliamo aprire un vero
dibattito sulla funzione presente e futura della nostra istituzione culturale
più importante inserendola dentro quello più ampio de “Le Fontanelle”, della
piazza e del restante viale che la circonda? Vogliamo fin da subito chiudere al
traffico quella meravigliosa piazza, cancellando anche le strisce dei parcheggi
che la sfregiano? A proposito, poiché Castelbuono si confronta con il mondo, in
quale altra piazza artistica esistono i parcheggi? Per una volta, una sola
volta, proviamo a tornare persone serie, cerchiamo tra i nostri bisogni cosa ci
serve davvero per crescere come Comunità. Non facciamoci imbrogliare dall’argomento estetico…la spianata
o la cupola, o la terrazza. Di teatro
dobbiamo parlare. Andiamo contro vento, non cerchiamo l’involucro,
immergiamoci, perdiamoci dentro il contenuto. Parliamo di temi, torniamo a costruirlo
in quella piazza, scegliamo la scena migliore, la voce più forte. Scriviamo una
storia diversa, non voltiamo pagina, ma cambiamo libro, lasciamoci trasportare
da storie nuove, non di qualcuno, ma per qualcuno. Troviamo il coraggio di
parlare di quello che nessuno osa dire, con dignità culturale. E come nella
migliore tradizione del teatro vero aspettiamo che si apra il sipario.
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