“La libertà di stampa è garantita solo a coloro che ne
possiedono una”.
A.J. Liebling
Le parole sono importanti, come
scriveva Ignazio Silone, le parole sono pietre, fanno bene e male. Le usiamo
per comunicare, per dire la nostra, riservandoci, quando accade, di scriverle
con intelligenza e sensibilità. Il caso che ha riguardato l’allarme di
boicottaggio lanciato dal blog Castelbuonolive in realtà è un falso problema.
La redazione si è trincerata legittimamente sulla scelta, di continuare a
pubblicare in modo del tutto discrezionale commenti anonimi, gridando alla
libertà di stampa. Gli risponde, appellandosi sempre alla stessa libertà di
stampa, l’altro blog, Castelbuono.org, che invece, attesta la linea del
commento firmato. In nessuno dei due casi abbiamo riscontrato la necessità
delle due redazioni, di spiegare in cos’altro si distinguono. Riportano spesso
le stesse notizie, facendo a gara sul numero di accessi o sui tanto di moda “mi
piace”, come se fossero metri idonei a capire dove sta di casa la verità. La
libertà di stampa non è una coperta corta, non è appellandosi a essa che la si
rispetta di per sé. E così com’è legittimo da parte delle redazioni di
pubblicare, di darsi una linea più o meno discutibile, è altrettanto legittimo
scegliere il blog o il giornale opportuno cui inviare i propri comunicati. La
questione però che vogliamo approfondire è un’altra. La libertà di stampa è
evocata da coloro i quali, anche su giornali locali, la utilizzano per colpire
il vissuto personale delle persone, i cui nomi utilizzano, senza conoscenza
alcuna e spesso solo per colpire la persona e non il suo operato. Questi amano
definirsi scribacchini e non giornalisti come, se il solo termine, potesse
attestare ancora di più la libertà loro. Invece ottengono l’effetto contrario:
la totale mancanza di pudore e senso civico. Articoli privi di contenuto vero,
di spessore morale, si aggirano con compiacenti giornali e blog come direbbe
qualcuno “giornalai”, con il solo intento di scatenare risse e urla. Ignorano,
con l’accezione latina del termine, che scrivere significa assumersi la
responsabilità di un’onestà intellettuale che sbandierano, ma dietro la quale
non vi è sostanza. E così come gli anonimi cui tutto è consentito purché siano
di parte, essi, gli scribacchini, auto valutatisi donne e uomini di cultura,
attaccano, provocano, usano inutili pretesti e non si firmano. Anche loro usano
l’anonimato di una redazione per colpire e screditare. Scrivono ammettendolo
essi stessi, solo dettati, cosa ancora più grave, da percezioni. Il nostro
professore di filosofia, ci ha insegnato che prima di emettere un giudizio di
qualsiasi genere esso sia, bisogna conoscere, ricercare la verità. Amare lo
studio e avere rispetto delle persone e della loro storia, passa attraverso
l’educazione al dovere e non al senso discrezionale del diritto di una libertà
usata solo per difendere l’indifendibile. La libertà intellettuale è una
conquista, è sacrificio è avere il coraggio di mettere in gioco quanto di più
prezioso si ha per difendere ora un’idea, ora un’ideale, ora un amico, ora il
Bene Comune. Essere liberi, non farsi condizionare è faticoso, costa cara la
libertà per questo è scomodo colui il quale la difende, sapendo che pagherà in
coerenza. Sconoscono l’ironia, non danno merito neanche alla vecchia tradizione
di Castelbuono, la Satira, che con intelligenza colpiva senza ferire. Ancora
oggi lo fa e molti dei bravissimi attori che ci hanno deliziato al Veglione,
vengono proprio dall’oratorio. Ci vorrebbe per costoro il ritorno di quell’oratorio,
non di quello che il senso comune negativamente esprime, ma di quello di
qualche anno fa a Castelbuono. Un luogo educativo, di confronto vitale e onesto
in cui la persona aveva la possibilità di crescere svolgendo attività creative
e spirituali portante avanti con volontariato, intelligenza, coerenza e un
forte senso di aggregazione civica e umana.
Non sanno confrontarsi su certi livelli, fanno
serpeggiare, come ci ha abituati certa politica, insinuazioni, voci,
percezioni, dicevamo, senza crearsi il minimo scrupolo morale. A questi signori
diciamo che il tempo del frastuono è finito, per noi, non è mai iniziato,
stiano sereni, comincino, hegelianamente a cercare la verità e non fermarsi
kantianamente all’apparenza. Sappiano che crescere è bello, conoscere è
entusiasmante, capire è passione, comprendere è amore e lealtà.
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