“ Solo
su una panchina leggeva dentro di sé. L’anima come un giornale vecchio da
accartocciare. Un passato ingiallito ai piedi suoi si posò. Solo su una panchina
si addormentò”. (Peppino Di Capri- La Panchina).
I
simboli si sa, hanno da sempre , segnato le epoche e le storie dell’umanità. Di
recente abbiamo raccontato di cosa era, nel passato, Castelbuono e di quanto
amore sia stato riversato ai suoi simboli più importanti, dall’intera Comunità.
E siccome non si finisce mai di imparare, oggi in modo stupefacente la nostra
amministrazione, e crediamo in particolare, per competenza, il primo cittadino
e il neo Ass. all’arredo urbano Marcello D’Anna, che Castelbuono ha un nuovo
simbolo. Così importate da dedicargli foto soddisfacenti e comunicato di rito.
I più distratti si chiederanno di cosa stiamo parlando, presto detto: delle
panchine. Castelbuono, amici cari, si
svecchia, ancora una volta s’innova e abbandona i suoi vecchi e stanchi
simboli. Non più il Castello dei Ventimiglia, non più la Piazza Margherita, non
più le sue montagne, il bosco, le tante fontane, no oggi come c’è ricordato
dall’amministrazione, il simbolo della nostra Comunità è la panchina: “Le panchine non
sono solo elementi di arredo, ma costituiscono elemento fondamentale e
indispensabile delle città, concorrono ad articolare lo spazio urbano e si
connotano come l’espressione più immediata dell’immagine di una località”. E’ una notizia
che ci deve inorgoglire, che segnerà la differenza rispetto a quanto ci
comunicano i paesi limitrofi come Pollina, San Mauro, Gangi e Isnello sui
finanziamenti che stanno ottenendo su diversi misure, tutti avuti grazie ad
attente politiche di sviluppo e di conoscenza dei bisogni dei cittadini. In
effetti a pensarci bene, le panchine fanno arredo, sono come dire, riposanti, e
si prestano all’uso che più contraddistingue da qualche tempo Castelbuono:
stare fermi.
Peccato che il
nostro Primo cittadino e l’efficiente e altrettanto comunicativo Assessore
D’Anna non prestino la stessa dedizione al resto del paese. Basta fare una
passeggiata per il centro storico in orario di chiusura al traffico e ci si
rende subito conto di come, i divieti non siano rispettati. A ogni ora, la
Piazza Margherita è invasa dalle auto. Il prospetto della bellissima Ex Banca
di Corte, in modo particolare nel periodo estivo, sempre coperto dai mille
cartelloni pubblicitari. Immaginate per un attimo se a Firenze facessero la
stessa cosa con Palazzo Vecchio, a Roma con Palazzo Chigi, a Palermo con la Cattedrale
e potremmo continuare a iosa. La Piazza
Castello, ormai perenne parcheggio selvaggio. Per non parlare della Via Cefalù cui
l’importante apertura della nuova Circonvallazione, posta come panacea dei mali
del traffico della zona, non sia servita a niente. Anche lì, improvvisazione
pura, vista la denuncia fatta in piena inaugurazione dall’Ass. Regionale venuto
per l’occasione, sulle condizioni del manto stradale. I mezzi pesanti, infatti,
continuano a passare dalla Via Cefalù a qualsiasi ora, congestionando il
traffico. Come si pensa di fare turismo di qualità con queste politiche? E’ una
Patria senza padri Castelbuono, senza alcun punto di riferimento, il passato
non è preso ad esempio per correggere gli errori e spingerci al futuro. Per non
parlare dei marciapiedi, vecchi e malandati; davanti a una delle famose
panchine sono stati posti anche due grandi vasi. E i pedoni? Forse non meritano
rispetto? Come si fa a mettere una panchina su un marciapiede abbastanza
frequentato? Bisogna conoscerlo questo paese per amministrarlo. Come ci
suggerisce qualcuno abbastanza intelligente: “Non è la sedia che fa la persona
ma è la persona che fa la sedia”. Ci chiediamo che fine abbiano fatto gli
ambientalisti di Castelbuono che nel passato hanno valorosamente portato avanti
battaglie importanti per l’ambiente e la vivibilità di Castelbuono? Coloro i
quali hanno contribuito con politiche giuste al miglioramento dell’ordine e
della pulizia. Non a caso nel tempo il nostro paese è cresciuto in educazione
ambientale e rispetto per il Bene pubblico. Perché oggi tacciono? E’ tutto un
insieme quello che avviene, come abbiamo già ricordato, gli atti vandalici, il
caos, l’assenza di programmazione, l’improvvisazione continua. Ci chiediamo
quali sono i contenuti di queste politiche mordi e fuggi? Che idea si ha di
Castelbuono e verso quale futuro si vuole traghettare? Come ogni leader che si
rispetti, forse anche il Nostro, ha avuto una “visione” immaginifica del futuro
e chissà, magari come recita la canzone: “…Un passato ingiallito ai
piedi suoi si posò. Solo su una panchina si addormentò”.
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