mercoledì 24 gennaio 2018

La cenere che resta

È triste giocare a nascondino in questo mondo, quando ci si dovrebbe stringere gli uni con gli altri”.
Jean Cocteau
Anno nuovo, vita nuova e politica vecchia. Ancora una volta ci imbatteremo in nuove elezioni politiche e dire il vero, se i candidati nazionali continueranno a spararle cosi grosse, renderanno la vita ancora più difficile ai nostri politici locali. Senza infamia e senza lode, il circolo del Pd locale si è ripresentato in assemblea, dopo lunghi mesi di silenzio e senza fare un minimo di autocritica, è pronto a ripartire più vecchio di prima.  Senza prendere mai alcuna posizione si prepara a fare il pieno di voti pure di quelli che l’hanno tradito. Viaggiano sicuri i compagni! Le malelingue dicono fossero pochi, nessuno dice se anche buoni! Sul fronte del vincitore s’intravede qualche crepa. Una volta si diceva, “U Signiuri chiudi na porta e rapi un purtuni”, e, infatti, l’avanguardia è durata pochissimo; il portone del municipio è stato riaperto e forse la riapertura ci costerà anche cara. C’’è chi dici ca’ putiva arristari chiusi! Rumors vogliono tensioni tra i consiglieri, poca cosa rispetto a quello che passò Tummi. A proposito, Tummi si è riscoperto esporto e strenuo difensore dell’acqua….Lui…si proprio lui…incredibile non si finisce mai di imparare. Pochi altri i veri temi, quelli sono celati, nascosti, messi come la cenere sotto il tappeto. Una classe politica che non si pone in un atteggiamento critico principalmente nei propri confronti, sarà una compagine elettorale che non avrà alcuna attendibilità e che non saprà parlare ai cittadini, ma solo a personam. Le ultime elezioni rischiano di diventare il boomerang perenne di chi si rivela incapace di affrontare la questione. Il linguaggio è più brutale, i social la fanno da padrone, così attrae più parlare del terribile albero posto sulla fontana dei Cinquecento, anziché discutere del tremendo traffico nel centro storico. Ma perché non lo chiudono definitivamente? Ma interessa davvero a qualcuno la educazione civica e culturale? Di tante parole, di moltissime invettive, resta la cenere, resta l’incapacità di fare autocritica da parte di tutti, maggioranza, minoranza e anche di chi è rimasto fuori. Verranno altri tempi, verranno altre parole, verrà altro coraggio, c’è bisogno di cose nuove, nuove intelligenze che non siano autoreferenziali. Un infinito gioco a nascondino che fa crescere solo il livore per le cose non dette, per i chiarimenti non fatti. Per la strenua difesa di chi ha vinto, come se questo bastasse ad avere sempre ragione. Non va così, in questo modo non ci sarà crescita nel confronto, ma solo partigiane posizioni prive di critica e dense di ego. Non è lontana la politica locale da quella nazionale, alla ricerca della migliore posizione, e, infatti, è sempre un problema di posizionamento. Bisognerebbe che si facesse quella sana e salutare pulizia, che ci aveva detto di andare via, lo faccia veramente, che dia spazio ad altri.  Non importa quanto tempo ci vorrà, in politica bisogna avere pazienza, la cosa importante è tenere vivo l’obiettivo, aprire le finestre, accedere la luce e smetterla di giocare a nascondino.





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