“È triste giocare a
nascondino in questo mondo, quando ci si dovrebbe stringere gli uni con gli
altri”.
Jean Cocteau
Jean Cocteau
Anno nuovo, vita nuova e politica
vecchia. Ancora una volta ci imbatteremo in nuove elezioni politiche e dire il
vero, se i candidati nazionali continueranno a spararle cosi grosse, renderanno
la vita ancora più difficile ai nostri politici locali. Senza infamia e senza
lode, il circolo del Pd locale si è ripresentato in assemblea, dopo lunghi mesi
di silenzio e senza fare un minimo di autocritica, è pronto a ripartire più
vecchio di prima. Senza prendere mai
alcuna posizione si prepara a fare il pieno di voti pure di quelli che l’hanno
tradito. Viaggiano sicuri i compagni! Le malelingue dicono fossero pochi,
nessuno dice se anche buoni! Sul fronte del vincitore s’intravede qualche
crepa. Una volta si diceva, “U Signiuri chiudi na porta e rapi un purtuni”, e,
infatti, l’avanguardia è durata pochissimo; il portone del municipio è stato
riaperto e forse la riapertura ci costerà anche cara. C’’è chi dici ca’ putiva
arristari chiusi! Rumors vogliono tensioni tra i consiglieri, poca cosa rispetto
a quello che passò Tummi. A proposito, Tummi si è riscoperto esporto e strenuo
difensore dell’acqua….Lui…si proprio lui…incredibile non si finisce mai di
imparare. Pochi altri i veri temi, quelli sono
celati, nascosti, messi come la cenere sotto il tappeto. Una classe politica
che non si pone in un atteggiamento critico principalmente nei propri
confronti, sarà una compagine elettorale che non avrà alcuna attendibilità e
che non saprà parlare ai cittadini, ma solo a personam. Le ultime elezioni
rischiano di diventare il boomerang perenne di chi si rivela incapace di
affrontare la questione. Il linguaggio è più brutale, i social la fanno da
padrone, così attrae più parlare del terribile albero posto sulla fontana dei
Cinquecento, anziché discutere del tremendo traffico nel centro storico. Ma
perché non lo chiudono definitivamente? Ma interessa davvero a qualcuno la
educazione civica e culturale? Di tante parole, di moltissime invettive, resta
la cenere, resta l’incapacità di fare autocritica da parte di tutti, maggioranza,
minoranza e anche di chi è rimasto fuori. Verranno altri tempi, verranno altre
parole, verrà altro coraggio, c’è bisogno di cose nuove, nuove intelligenze che
non siano autoreferenziali. Un infinito gioco a nascondino che fa crescere solo
il livore per le cose non dette, per i chiarimenti non fatti. Per la strenua
difesa di chi ha vinto, come se questo bastasse ad avere sempre ragione. Non va
così, in questo modo non ci sarà crescita nel confronto, ma solo partigiane
posizioni prive di critica e dense di ego. Non è lontana la politica locale da
quella nazionale, alla ricerca della migliore posizione, e, infatti, è sempre
un problema di posizionamento. Bisognerebbe che si facesse quella sana e
salutare pulizia, che ci aveva detto di andare via, lo faccia veramente, che
dia spazio ad altri. Non importa quanto
tempo ci vorrà, in politica bisogna avere pazienza, la cosa importante è tenere
vivo l’obiettivo, aprire le finestre, accedere la luce e smetterla di giocare a
nascondino.
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