mercoledì 21 marzo 2018

Lettera aperta alla sinistra


“Sinistra è una bellissima parola, sta dentro di noi, è un insieme di valori, di passioni. [...] Sono di sinistra se, di fronte alla solitudine di un'anziana malata, mi accorgo che anche la mia vita perde qualcosa; sono di sinistra se le rinunce di una famiglia di quattro persone rendono la mia più povera; sono di sinistra se vedo un bambino che muore di fame, e in quel momento è mio figlio, mio fratello piccolo. [...] [essere di sinistra] non è appartenere ad un partito di quell'area, ma quello per cui mi batto. Ciò per cui mi batto mi descrive più di ogni altra cosa”. 
W. Veltroni
C’era un tempo in cui ti distinguevi per le tue idee, per la storia che raccontavi e per la visione che avevi del futuro. C’era un tempo in cui i tuoi ideali tenevano insieme  milioni di persone, il tuo era un popolo che sognava insieme con te. Hai avuto i tuoi leader, fatto le tue battaglie, hai attraversato la storia con coraggio e sapendoti rinnovare. Ci sono stati leader che ti hanno aiutato a crescere, con le loro parole e le loro riflessioni, sapendo cogliere quell’istante storico in cui fosse possibile impegnarsi insieme per costruire un mondo migliore. Poi qualcosa è cambiato e nell’ultima campagna elettorale si è consumato il drammatico epilogo di una catastrofe annunciata. Ti sei persa in un imborghesimento che non ti appartiene, quello stesso che ha disorientato il tuo popolo e fatto avvicinare a te solo sciacalli. Oggi, chi ti vota, non ha nulla a che vedere con te, lo fa solo perché è a traino di Idoli e non d’idee né tanto meno d’ideali. Alcuni dicono che gli ideali non esistono più e sbagliano. Di sani principi negli idoli autoreferenziali non ne troverai; quelli che si candidano cambiando partito a ogni elezione, barattano la tua storia, gli amici e i compagni per il gusto di essere da soli seduti su quelle poltrone. Gente senza storia ti ha divorata, scalfita, annichilita. Ti sei montata la testa con quel quaranta per cento e hai osato là, dove non dovevi andare, nella terra che non ti appartiene.
Noi oggi, ci sentiamo soli, disorientati, vediamo gli ultras abbozzare campagne elettorali, rispondere con urla e invettive contro chi ti è sempre stato accanto, per difendere l’Idolo di turno. Tutto viene fatto in funzione di un protagonismo autoreferenziale, vano, senza idee, senza progetto, mediocre nella forma e nel contenuto, humus per gli idoli e non per le idee sociali e culturali.
Forse per questo dobbiamo ricominciare a tessere insieme, questa volta forse avrai capito che non è andando con gli sconosciuti che si vince, ma restando con gli amici. Nessun traditore più dovrà tessere accanto a noi, dobbiamo avere il coraggio di tornare a pensare che solo con persone libere, con giovani talentuosi e non improvvisati, che si possa tornare a credere insieme in un futuro migliore.
Sai, qui in paese le cose vanno come nel resto d’Italia, fai parte della sinistra, ti addormenti in un modo e ti ritrovi con un “sinistro risveglio” e ti senti attaccato da chi di te, di me e dei tanti compagni non ne conosce né la storia né l’intelligenza politica.
Per questo dobbiamo evitare gli idoli, non ci interessano quelli che corrono da soli, che boicottano, che strappano, separano gli altri. Torniamo a essere compagni nel senso più pieno del termine, ma proiettati consapevolmente verso una nuova utopia.
La storia che è sempre maestra di vita, tornerà ad essere con noi più benevola, se saremo capaci di fare una profonda autocritica, se ci dimostreremo coraggiosi nel compiere scelte radicali, senza avere paura di chi urla e schiamazza politiche personali, e senza timori reverenziali.  Possiamo tornare a camminare in armonia senza continuare a preoccuparci di chi ha inteso, dopo averci attaccato con violenza, la nostra parte come un tram da prendere per fini propri.
Ti abbiamo cercata tanto, oggi c’è un popolo che aspetta, un futuro che attende, principi da rispolverare, idee da condividere, storie che vogliono emergere, intelligenze vivaci, uomini e donne di cultura pronti per cominciare a lottare. Perché possa giungere davvero il momento di Andare oltre.






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