“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un
paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella
terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma
non è facile starci tranquillo.”
Cesare Pavese
C’è una strada che dal mare sale verso la collina. Piena di
curve e immersa nel verde cammina dolcemente da secoli per giungere in un luogo
dove il sole e il vento la fanno da padroni. E’ piacevole questo cammino, s’intravedono
alberi di ulivo secolari, alcuni sostengono li abbiamo lasciati i Saraceni altri,
i Greci. Quelli che cambiano colore più rapidamente passando da un verde
delicato a uno smeraldo e via via sempre più intenso sono i frassini, padri
della manna. Di questo luogo ci sono tracce anche nella Bibbia e forse anche
per questo gli abitanti sono conosciuti come essere molto orgogliosi della loro
terra. Qui il sole sembra non tramontare mai, la gente qui dorme poco. E’ un
paese sempre sveglio, incontri gente e a tutte le ore. I “grandi” la fanno da
padrone dentro la Margherita, i più giovani poco più in là nei locali a loro
dedicati. Ognuno ha la sua zona, in linea con l’età, i gusti e il dolce far
niente. La sera, in estate, si esce molto tardi, si consumano le ore stando
seduti ai tavolini del bar o facendo mille passeggiate lungo tutto il corso.
Sempre le stesse, l’itinerario non cambia. Stessi passi, stesse facce, stesse
scene. Ci si guarda, ci si sorride, si ammicca anche. I due bar hanno clientela
diversa. Da un lato i nuovi rampanti che amano la novità. Dall’altro i
nostalgici, quelli che un tempo votavano comunista e che sperano ancora oggi
nel ripristino della falce e del martello. Più giovani da un lato e più anziani
dall'altro. Più abbronzati e freschi di doccia dopo il mare in uno, nell’altro
cotti dal sole della campagna e dalle fatiche della giornata. C’è da camminare
tanto in questo paese, il suo centro storico sembra non finire mai. A ogni
strada grande ci sono ai lati tante piccole traverse che salgono e scendono
come appunto si fa solo in collina. Ci si parla dai balconi, in estate per lo
più quando il sole qui picchia forte. Ogni balcone ha la sua tenda, chi di un
solo colore, chi in tinta con il prospetto della casa, chi a righe
rigorosamente bianche e verdi. Le tende hanno molti usi. Riparano dal sole, dai
curiosi, ma servono anche per lasciare le ante dei balconi aperte e ascoltare
cosa accade per strada. Un paese ci vuole, bisogna sapere tornare. Torniamo ad
avere cura della bellezza che ci circonda, apriamo le tende, lasciamo entrare la luce, contro la deriva
festaiola vuota e ci sta travolgendo. Torniamo a camminare, insieme, nella
nostra storia, per sentire intimamente la nostra appartenenza.
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