venerdì 15 gennaio 2016

Non ci resta che piangere

“Non credo finite le mie pene: altre ne pensano gli dèi. Ma tu, o potente, abbi pietà: dopo tanti dolori, tu sei la prima che incontro e non conosco alcuno di quelli che abitano il luogo e la sua terra. Indicami la città e dammi qualcosa per coprirmi, se mai, venendo qua, avevi una tela da involgere i panni”.
Omero- L’Odissea

L’anno appena finito ci ha fatto un ultimo dono: il bilancio comunale. Un bilancio lacrime e sangue come l’ha apostrofato il Nostro. Egli, infatti, aveva auspicato al Consiglio comunale di non votarlo neanche: “Non è il mio bilancio”….E allora, i consiglieri mappe alla mano e torcia, sono andati alla ricerca del colpevole. Gli unici che non si sono mossi che hanno contravvenuto alla richiesta del nostro sono stati proprio quelli della sua mini-maggioranza. “O Dei, Dei tutti” esclamò, “neanche gli ordini di scuderia sentono più”. E cosi, gli altri, sempre alla ricerca del colpevole, si resero conto che, il Nostro delle verità le aveva dette: “È colpa della Regione, dello Stato, dei comuni vicini, dell’Ato, delle cavallette che nell’antica storia si accanirono contro il raccolto”. La cittadinanza tutta, ha avuto un sussulto di tristezza, piange, piangono tutti. Uomini, donne, anziani e bambini. Finanche i turisti appena sbarcati nel Nostro bel paese, avvertono l’aria di tristezza e piangono anch’essi. Un pianto corale, catartico come da tradizione greca. Con gli ultimi soldi in cassa, l’amministrazione ha approfittato di un’offerta alla Conad e ha comprato quantità enormi di fazzoletti da distribuire a tutte le famiglie. Ma neanche quelli sono bastati. Le due congregazioni dell’Addolorata hanno dichiarato la loro disponibilità a sfilare ogni giorno, mestamente e piangendo per la disfatta economica del nostro comune. Bande di Bravi manzoniani si sono formate sui monti per combattere i nemici che lesinano i denari. Tutte le offerte delle messe saranno devolute all’Amministrazione per le attività culturali cui il Nostro tiene particolarmente. E’ stato anche anticipato un viaggio istituzionale all’Oracolo di Delfi per conoscere gli auspici degli Dei. Sul Ponte della Fiumara si stanno adoperando per la costruzione di una frontiera: chi, infatti, vorrà venire a Castelbuono dovrà pagare due fiorini. Lo scoramento non finisce, nessun festeggiamento, nessuna passerella, nessuna foto di visi contenti ai concerti, sagre, eventi culturali. Nulla, l’Amministrazione che di forma vive, e galleggia, manco un selfie ha potuto fare. Tempi duri, tempi di lupi e carbone. La Vecchia è dovuta ricorrere alla forestale per farsi riempire i sacchi di carbone. Uno stravolgimento impressionante. Di Castelbuono non si dice più che è una cittadina ilare e sorridente adagiata sulle colline. Per tale ragione è stato emesso un bando per la ricerca di un nuovo slogan più incline allo stato attuale di prostrazione. Questo è vero accanimento, il mantra “sordi un ci ni su” rischia seriamente di compromettere l’ultimo anno di amministrazione. Proprio adesso che si avvicinano le prossime elezioni! Non è giusto. Piange il Nostro, piange la sua giunta, il consiglio, piange l’opposizione che non si da pace e si ripete costantemente: “Ma picchì un si ni va”…tranne uno. Uno solo non piange e rimane sornione. Riunioni animate si susseguono, c’è chi suggerisce di aumentare le tasse, chi di tagliere definitivamente la mensa scolastica, chi i servizi sociali, il comando dei vigili urbani ecc. Ecc. … C’è anche chi pensa di vendere Piazza Margherita, il Castello e Piazza Parrocchia con chiesa e Milite annessi. Una cosa è certa, nel silenzio, nell’incapacità di amministrare i soldi pubblici, come un buon padre di famiglia farebbe, si vocifera che il nostro nel solo momento di verità che dobbiamo riconoscergli è tentato di affacciarsi al balcone del Palazzo comunale per parlare alla popolazione e, a quanto pare, questo dirà: “ Cari concittadini, anche gli Dei ci sono avversi, la Maga Circe non risponde neanche al telefono. A questo punto, l’unica cosa che posso sentitamente dirvi e imprimere nelle menti è non ci resta che piangere. Tutti insieme come fanno gli astuti coccodrilli dopo avere fagocitato voracemente la preda”.

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