martedì 8 marzo 2016

Il caro estinto

Cu si mazzia a destra, cu si mazzia a sinistra, nella Casa comunale, il Nostro e i suoi non si danno pace. “Me l’hanno tolto, me l’hanno tolto. Maledetti!”, urla sconsolato. Da quando il Consiglio comunale non ha approvato la continuazione del Mercato del contadino, il Nostro e la sua mini maggioranza non si danno pace. “Un’idea avevo copiato e manco questa mi hanno salvato”. Per l’accaduto è stato decretato il lutto cittadino e le bandiere sono state messe a mezz’asta. Le campane di tutte le chiese suoneranno a morto da qui al 2017.  I fiorai del paese hanno ordinato una quantità immane di fiori per l’accaduto. I bambini delle scuole disegneranno, cucuzze e carduna in  un murales posto nella facciata del Castello. I fruttivendoli non venderanno più verdure per almeno un anno. Cu i vò, si va cogli in campagna. Un presidio continuo si terrà nell’aula consiliare per accogliere le condoglianze. Il Nostro e i suoi seduti a giro nell’aula istituzionale, aspettano la cittadinanza per le condoglianze.
“Dunni l’accattami ora 'u pani e un mazzi di vurranii? Comi ami a fari? Cu ciù dici ora e cincu chistiani chi ci iavani, ca i sinapi un ci su chiù?” Inconsolabile, piange a dirotto e non si rassegna neanche quando, alcuni cittadini presi dalla tenerezza, portano ppi cuonsulu 'u manciari di San Giuseppi rigorosamente a km 0: “Dove le avete comprate queste verdure? Da dove provengono? Sono a km 0?” Si chiede imperterrito il Nostro. Nessuno riesce a lenire la sua infinita tristezza, lui alla dieta mediterranea ci tiene.
Si vocifera che i suoi accoliti fedeli, messi in un lato della stanza, si dicano costernati  ma con tono consolatorio: “in definitiva  amu patutu umiliazioni  chiù gravi, unn' è u casi di fari accussì”.  Alcuni proprio non capiscono e a dirla tutta si sono pure stancati. “Si fissavi cu ssu km 0 e un ci po’ nenti”,  dichiara qualcuno fuori dai microfoni. “A virità è che non funzionava, il posto era sbagliato, e poi due sole bancarelle,  non si possono chiamare mercato. Sbagliammi e basta, ma guai a dirlo a LUI! Non lo contrariamo ….. Pirchi  è capaci ca nni ietta fora”.
Intanto un altro urlo isterico pervade la stanza: “Che colpa ne ho io se non ci andava nessuno? Che ci posso fare io siddri era luntani?  Che c’entro io con questa miserevole disfatta? Io ho semplicemente copiato l’idea e gli altri dovevano realizzarla.  E' mai possibile  che debba pensare e fare tutto io?
In effetti il posto era lontano, il Parco delle Rimembranze, chiuso sempre alle famiglie e ai bambini, a mala pena veniva aperto per queste due bancarelle.
L’assessora alle attività produttive molto annoiata dall’atmosfera mentre si rifà il trucco, cerca di consolare il Nostro: “Nenti un ti preoccupare ci riproveremo, tanti cu nn’ha diri nenti?”, “E dove? Dove lo possiamo allocare? 'U puosti, servi 'u puosti,  possibilmenti centrali ”….

A queste parole, un cittadino svogliato, passando si ferma, e dice: “Talè, secunni mia u putiti fari cà, ' u puostu è centrali.  E accussì  'a genti,  passanni,  capisci che l'aula consiliari può avere finalmente una destinazione d’uso  veramente produttiva”.

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