“L'uomo che si lamenta
del modo in cui la palla rimbalza è
probabilmente quello che l'ha fatta cadere.”
Lou
Holtz
Da
circa un anno assistiamo a una preoccupante assenza di dialettica politica,
culturale e sociale che ha ridotto a lume di candela il dibattito pubblico. Assente,
ormai da qualche tempo, qualsiasi tema propagandato in campagna elettorale, riguardante
grandi progetti, meravigliose visioni, enormi sogni…che mai si sono realizzati,
e non solo nell’ultimo anno.
Il
dibattito, invece, è tra due competitor che evidentemente peccano in due cose:
non avere capito che la campagna elettorale è finita da un pezzo e seconda cosa
non avere capito i ruoli che ricoprono.
Siamo
ormai abituati a una mancanza istituzionale che ha avvilito il clima politico e
sociale della nostra amata Italia, ma qui le cose non vanno meglio.
Post
su facebook avvelenati e privi, non solo di sintassi, ma anche di rispetto, si
rincorrono in continuazione esasperando, non solo i temi che non sono spiegati
per quello che sono, ma anche i toni e le intenzioni.
Come
il gioco della palla, qualcuno non fa altro che lanciarla, ora a te, ora a me,
prima c’eri tu, ora non ci sono io ecc.…è tutto un susseguirsi di rimpalli
verbali, di accuse personali, di antipatie portate all’ossimoro. E i temi? E i
cittadini che hanno coccolato in campagna elettorale promettendo quei sogni
appunto di cui si diceva prima? Anche l’aumento del pane diventa tema per
attacchi e insinuazioni, mai quello della benzina che a Castelbuono è diventato
vergognoso. E mentre la cronaca locale, ci preoccupa per quello che sta
accadendo ai nostri giovani, alle donne, ai bambini indifesi, la politica fa
scena nelle piazze, nelle feste e nell’imminente estate che, ovviamente, tutti
ci invidieranno. (sic!)
Sarebbe
ora di smetterla, di mettersi dentro le cose, di studiare, di avere rispetto, di
finirla nel cercare pretesti inutili, anche perché non ci sono più alibi, per
due ragioni. Chi oggi è all’opposizione non si può dire ignaro di quanto
accaduto nel passato. Fa specie pensare che a qualcuno dia fastidio l’aumento
del biglietto del Museo Civico, quando l’ha amministrato, sempre nel passato, senza
alcun rispetto per l’Istituzione e in modo leggero. Sempre le carte parlano, no vox populi, come
fa qualcuno. O cadere dal pero per la questione Teatro le Fontanelle, o la
vergona assoluta della frana della via Tenente Ernesto Forti. Al contrario chi
oggi amministra, invece di tirare sempre in ballo il predecessore, dovrebbe
dirci come intende risolvere i veri problemi di questo paese. No. Il pane, oggi
conta di più, fingendo un’inutile vicinanza ai cittadini, tirando fuori crisi
economiche e storture populiste varie.
Sarebbe
opportuno, capire a questo punto chi ha fatto cadere la palla, chi ha iniziato
il rimbalzo, intanto noi aspettiamo che ci sia finalmente una dialettica vera,
intelligente e profonda.
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