Sono passati due anni dal
Centenario della donazione del Teschio di Sant’Anna alla popolazione. Un evento
che ha visto la partecipazione di tutti. Un evento, mi ripeto, che non si
vedeva da decenni a Castelbuono e che ha segnato molti di noi. Allora, con un
ruolo diverso, scrissi un comunicato ufficiale che oggi voglio ricordare per
noi tutti. Oggi come allora, con senso di appartenenza e orgoglio di una
Comunità che quando vuole, non lascia inosservata la sua Storia, sento il
dovere morale, nel mio piccolo, di non dimenticare. Da quell’evento molte cose
sono nate, una delle più importanti, mi piace ricordarla, è stato l’incarico
che affidammo ad una importante storica dell’arte per approfondire e quindi scrivere
una pubblicazione sul reliquario di Sant’Anna che molti segreti conserva.
Peccato che l’attuale amministrazione del Museo Civico non l’abbia portata a
termine. Un grave peccato per tutti noi e per quello che Sant’Anna significa
per religiosi e non di Castelbuono. Ricordare oggi il Centenario della
donazione del Teschio, significa anche pensare a quei Valori veri che tali sono
e non merce e che abbiamo il dovere morale di preservare e custodire, mai di
mercificare. Noi siamo il Centenario.
“L’amore è paziente, è benigno l’ amore;
l’amore non invidia, non si vanta, non si gonfia, non manca di
rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del
male ricevuto,
ma si compiace della verità; tutto tollera, tutto crede, tutto
spera, tutto sopporta.”
San Paolo –Prima lettera ai Corinzi 13,1
Se dovessi descrivere il Centenario della Donazione del teschio,
lo farei con queste parole: un fiume in piena, un’emozione enorme, una
partecipazione infinita.
Se dovessi rivedere questo Centenario, rivedrei le donne che
piangono, i bambini che sorridono, gli anziani commossi, gli uomini solenni.
Se dovessi comprendere quello che è accaduto dovrei,
certamente, dire che, è stato un evento eccezionale, un evento nell’evento.
La partecipazione del popolo, di tutta la comunità è stata
un evento eccezionale. Non era luglio, non faceva bel tempo, non c’erano
bancarelle, cantanti, cabaret; non c’era la sera la piazza piena, non c’era la
routine di una festa che si tramanda, da secoli, sempre lì sempre uguale.
Al contrario quello che c’è stato è un atto di fede, un
amore profondo, nutrito da generazioni verso Sant’Anna. E’ un amore fatto di
rispetto, di temporalità infinita, di continuità, è un amore fatto di
appartenenza.
Sant’Anna voleva il suo popolo e il suo popolo c’era; c’era
durante la meravigliosa fiaccolata, c’era nella chiesa madre gremita, come mai
si era vista, c’era nei tanti appuntamenti creati per l’evento. C’era il
venerdì, il giorno dedicato agli ammalati, in tantissimi sono arrivati per lei,
e lei c’era, era lì a vegliare sul gesto sacro dell’unzione agli ammalati.
Il popolo ha dato una lezione importante a tutti, ha reso
onore a chi lo merita, ha dato il senso della Comunità, quell’amore
incondizionato che non mente, che non chiede, non urla ma, che in silenzio
rende omaggio, e amore senza limiti.
Il Centenario è stato pensato un martedì mattina dell’
agosto scorso, al Castello ed ha avuto la capacità di trascinare un popolo, il
popolo, vero unico protagonista
Esso è stato l’evento che Castelbuono aspettava, ha fatto sì che,
gli organizzatori potessero lavorare per tutti che, le istituzioni di
Castelbuono si unissero nell’intento comune di creare un evento veramente storico.
I tanti volontari, i ragazzi delle scuole, i Dirigenti
scolastici, i Confrati di tutte le congregazioni di Castelbuono, il magnifico
Comitato di Sant’Anna, la Banda musicale “G.Verdi”, le preziose ragazze della
Matrice Nuova e tanti altri.
Ripenso oggi a tutte le riunioni, a tutte le serate passate
insieme, a tutti gli incontri, i discorsi, i lavori, le magnifiche intenzioni.
E’ stata una macchina perfetta, una squadra meravigliosa, ogni cosa al suo
posto, ogni categoria ha avuto il suo momento, ogni singola persona è stata
protagonista.
Il Centenario è stato un atto d’amore, che, come dice San
Paolo” non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male
ricevuto, ma si compiace della verità”.
Tutti dobbiamo essere orgogliosi della nostra splendida
comunità che trova in Sant’Anna e nel
Castello il suo centro vitale, la sua storia, la sua
appartenenza.
Un grazie va dunque dato a tutti, a coloro i quali hanno
lavorato, al Sindaco Antonio Tumminello che ha creduto fin da subito nell’importanza
e nella valenza sociale, di fede e storica del Centenario, a Don Santino Di
Gangi che non si è risparmiato che, ci ha fatto sentire tutti a casa, tutti
indispensabili.
E’ con orgoglio che dobbiamo pensare al Centenario e da esso
ripartire per tracciare una nuova storia nella quale non ci sono
contrapposizioni inutili, nella quale lo scontro è ammesso se costruttivo,
nella quale l’amore che Sant’Anna ci ha donato, trovi conferma ogni giorno,
nella speranza, nella fatica, nell’onestà, per giungere a un umanesimo
mediterraneo, come ci ha insegnato Monsignor Mogavero. Castelbuono ora è
pronta.
Lì, 5 Marzo 2013
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