sabato 6 febbraio 2016

Un bicchiere d'acqua

«Ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato».
Archimede
Da ore e ore la Giunta comunale è in riunione. Lavorano tutti alacremente per la gente. Vogliono trovare una soluzione al buco creatosi nelle casse comunali, senza alcuna intenzione. Non dormono da giorni, chiusi al piano di sopra della casa comunale, senza sosta e nessuno di loro trova risposta.
Nervi a fiori di pelle, passano in rassegna i conti senza trovare soluzione. “La Tasi l’abbiamo aumentata, la Tari e l’Imu pure. Dobbiamo avere la coscienza  a posto, tutto quel che si doveva fare, è stato fatto”. Qui, infatti, le tasse sono talmente alte da far vedere le stelle. Ad un certo punto la situazione si fa anche tragica, il Nostro stanco dalle inutili fatiche e dall’introvabile soluzione, cede ed ha un momento di mancamento. “E’ la fine”- esclama- “come faremo a fare sagre e divertimenti con questi lustri così spenti?”. Tutti si agitano, tranne una. Una sola, continua a sfogliare tranquillamente un catalogo di moda. “Dategli aiuto, subito un po’ di zucchero” dice qualcuno. “No meglio il sale” dice un altro. Ma l’anziano del gruppo che di tensione se ne intende, esclama con voce ferma e suadente : “Dategli un bicchiere d’acqua”.
“EUREKA!” esclama il Nostro, e così come Archimede, trova la soluzione per continuare senza infamia e senza gloria a galleggiare. “Mandiamo le bollette dell’acqua  arretrata e pure di quella futura, dal 1976 al 2056 in un solo anno e il gioco è fatto”.
“Sei pazzo”, grida allarmato qualcuno, “I chistiani n’acchianani di supra”. Un altro terrorizzato dall’infausta proposta dice: “ Aspè ragioniamo, io faccio l’orto tutto l’anno, quanti m’ha veniri a custari un citruolu  e ‘na  cucuzza?”.
Ma niente, il Nostro ormai sollevato, imperterrito come sempre, non ascolta più nessuno e con il suo solito sorriso inizia anche lui a sfogliare un catalogo di dolciumi e biscotti ed esordisce: “Sugni sicuru ca pua  ‘i chistiani su scordani”!

La Giunta è divisa ma come in tutte  le battaglie alla fine ci sono i vincitori e i vinti. Salvo è, però,  il Veglione, salvi i  bon bon e cotillon con il sottofondo di uno “stimolante” carillon per…. “galleggiare ancora in un mare di acqua d’oro e di sale amaro”.

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