Cantiamo tutti insieme,
“Garibaldi fu feritofu ferito ad una gamba
Garibaldi che comanda
Che comanda il battaglion
Mamma non piangere che è ora di partire
vado alla guerra per vincere o morire
se vincerò, che bandiera prenderò?
se perderò il capo di battaglia resterò
hanno vinto i bersaglieri con la piuma sul cappello
c'è davanti il colonnello
e lo vogliamo lo vogliamo fucilar!
bim bum bam”
Dopo la brutta storia delle bollette dell’acqua giorni amari si susseguono per l’Amministrazione. Neanche le scuse con la promessa della rateizzazione sono bastate per calmare uomini e opposizione. Tutta la Giunta sembra non esistere più, non si vede più nessun componente andare in piazza allegramente. Cercano affannosamente uno spiraglio che faccia dimenticare il grave danno, spostando il bersaglio. Non tornano più neanche a casa, restano sempre dentro la casa comunale per evitare qualche scontro fin troppo banale. Così in una tiepida mattina invernale, riuniti come al solito, cercano come sempre senza alcuna via d’uscita un’idea geniale che possa salvarli. Occhiaie e sbadigli si susseguono senza trovare alibi e appigli.
A un certo
punto, la tensione è interrotta dallo squillo del telefono: “ Pronto chi
parla?”- “Sono l’Eroe dei due mondi”- “Chi?? Chi sei?”- “Sono Garibaldi”- tuona
una voce dall’altro capo del telefono. Il Nostro con la perspicacia che lo contraddistingue pensa subito a uno
scherzo: “ Carù, finitila di babbiari, u Vigliuni finivi”. - L’altro con voce altisonante
dice: “Come ti permetti? Mettiti sull’attenti quando parli con me! Che
diamine!!!!”. Il Nostro un po’ impaurito e un po’ divertito, scatta sugli
attenti e ordina alla Giunta di fare lo stesso: “E’ Garibaldi” urla! I
componenti della “ciurma” restano
perplessi è presi dallo sconforto commentano sottovoce. “Arrivammi, ‘u sinnacu ha perso quel po’ di ragione che gli restava.
Menu mali ca stamu fininni”, commenta qualcuno. C’è chi – volendo evidenziare
l’ormai uscita di testa del Nostro - fa
roteare il dito in aria. C’è, invece, chi continua a controllare i mi piace su
Facebook, chi resta in silenzio, chi si toglie la perenne sciarpa dopo l’arrivo
della botta salata.
“Prego
Comandante, sono qui per servirla, - dice il Nostro - lo sa che in un’altra vita, anch’io sono stato
garibaldino rinascimentale?”. Garibaldi, incurante della rivelazione/smielatura,
lo incalza con domande a raffica: “Ho saputo che mesi orsono, hai diramato la notizia
dell’imminente nascita del Museo del Risorgimento. Il Regno Sabaudo si sta
chiedendo che fine abbia fatto”. – “Ecco vede Signor Garibaldi, noi ancora, ma
non è colpa nostra, non siamo riusciti a farlo” – “Di questo me ne ero accorto,
vorrei sapere perché”- Tuona il grande comandante. – “Vedete, voi Sabaudi siete
pronti e precisi, non dite una cosa se
non l’avete già fatta, qui noi facciamo il contrario. E’ una prerogativa della
nostra Amministrazione. Andiamo avanti così da anni e siamo riusciti a
resistere e galleggiare”. A queste parole trema tutta la Giunta e dall’altro
capo del telefono un ordine agghiacciante e perentorio non si fa attendere: “
Saremo lì a maggio con un migliaio di amici, così ci è stato ordinato, vogliamo
trovare tutto pronto, non voglio sentire ragioni. Mettiti a lavorare seriamente
e smettila di confondere il Risorgimento
con il Rinascimento! Non lo sai che tra
le due epoche ci sono 300 anni di storia”?.
Preso dal rigore sabaudo il Nostro
sospirò: “Ostregheta! e ora cchi faciami?”:
Chiuso il telefono, il panico
pervade la tranquillità della Giunta. “Chissi è picchì parri assai, una prima
sa sapiri sarvari u cunigli”, - esclama
il più anziano della ciurma. - “Io
potrei cantare una canzone per l’inaugurazione”- “Bella idea, sarebbe opportuno
il Nabucco” - suggerisce euforico il
Nostro- “Quali Nabucco e Nabucco, io pensavo ad Una
rotonda sul mare, anzi corro a fare le prove”. L’ Assessora, alzandosi
dice: “Corro a comprare il vestito per l’inaugurazione e prenotare trucco e
parrucco”. – “Mio Vice, tu hai impegni? ma dov’è finito era qui un minuto fa…”
Nel panico totale e senza alcuna
idea di come e cosa fare, quel che resta
della “Ciurma” comunale si mangia le mani pensando che stavolta è davvero il ….“finale
della Giunta”.
Qualcuno fa notare che mancano ancora gli atti
amministrativi per la nascita del Museo Risorgimentale: delibera di Giunta,
parere dell’ufficio tecnico sull’idoneità dei locali, messa in sicurezza, atto
notarile, passaggio in Consiglio comunale ecc. … Il Nostro che lì per lì non comprese
la questione,: "Chi cci voli?, basta appenniri cocchi quatri e mettiri quattri cimeli e… u
museo è allistutu”. – “ E per le procedure
amministrative?” - grida qualcuno per le scale - Sicuro e baldanzoso, ma
molto lento nel proferire, il Nostro disse un’ultima fondamentale cosa: “
Si fussiri i primi chi mancani, ‘u capissi. Ma non potendo passare alla storia per alti o altri meriti, vuol dire che i posteri
ci ricorderanno come “emeriti”….. inadempienti. -
L’importanti, caru’, è lassari ‘u signali ( o l’impronta).
Bellissimo. Brava.
RispondiEliminagrazie infinite
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