lunedì 15 febbraio 2016

Garibaldi, il Museo del Risorgimento e la telefonata

Cantiamo tutti insieme,
“Garibaldi fu ferito
fu ferito ad una gamba 
Garibaldi che comanda
Che comanda il battaglion

Mamma non piangere che è ora di partire
vado alla guerra per vincere o morire
se vincerò, che bandiera prenderò?
se perderò il capo di battaglia resterò

hanno vinto i bersaglieri con la piuma sul cappello
c'è davanti il colonnello
e lo vogliamo lo vogliamo fucilar! 
bim bum bam”


Dopo la brutta storia delle bollette dell’acqua giorni amari si susseguono per l’Amministrazione. Neanche le scuse con la promessa della rateizzazione sono bastate per calmare uomini e opposizione. Tutta la Giunta sembra non esistere più, non si vede più nessun componente andare in piazza allegramente. Cercano affannosamente uno spiraglio che faccia dimenticare il grave danno, spostando il bersaglio. Non tornano più neanche a casa, restano sempre dentro la casa comunale per evitare qualche scontro fin troppo banale. Così in una tiepida mattina invernale, riuniti come al solito, cercano come sempre senza alcuna via d’uscita un’idea geniale che possa salvarli. Occhiaie e sbadigli si susseguono senza trovare alibi e appigli.
A un certo punto, la tensione è interrotta dallo squillo del telefono: “ Pronto chi parla?”- “Sono l’Eroe dei due mondi”- “Chi?? Chi sei?”- “Sono Garibaldi”- tuona una voce dall’altro capo del telefono. Il Nostro con la perspicacia  che lo contraddistingue pensa subito a uno scherzo: “ Carù, finitila di babbiari, u Vigliuni finivi”. - L’altro con voce altisonante dice: “Come ti permetti? Mettiti sull’attenti quando parli con me! Che diamine!!!!”. Il Nostro un po’ impaurito e un po’ divertito, scatta sugli attenti e ordina alla Giunta di fare lo stesso: “E’ Garibaldi” urla! I componenti  della “ciurma” restano perplessi è presi dallo sconforto commentano sottovoce. “Arrivammi, ‘u sinnacu  ha perso quel po’ di ragione che gli restava. Menu mali ca stamu fininni”, commenta qualcuno. C’è chi – volendo evidenziare l’ormai uscita di testa del Nostro -  fa roteare il dito in aria. C’è, invece,  chi continua a controllare i mi piace su Facebook, chi resta in silenzio, chi si toglie la perenne sciarpa dopo l’arrivo della botta salata.
“Prego Comandante, sono qui per servirla, - dice il Nostro -  lo sa che in un’altra vita, anch’io sono stato garibaldino rinascimentale?”. Garibaldi, incurante della rivelazione/smielatura, lo incalza con domande a raffica: “Ho saputo che  mesi orsono, hai diramato la notizia dell’imminente nascita del Museo del Risorgimento. Il Regno Sabaudo si sta chiedendo che fine abbia fatto”. – “Ecco vede Signor Garibaldi, noi ancora, ma non è colpa nostra, non siamo riusciti a farlo” – “Di questo me ne ero accorto, vorrei sapere perché”- Tuona il grande comandante. – “Vedete, voi Sabaudi siete pronti  e precisi, non dite una cosa se non l’avete già fatta, qui noi facciamo il contrario. E’ una prerogativa della nostra Amministrazione. Andiamo avanti così da anni e siamo riusciti a resistere e galleggiare”. A queste parole trema tutta la Giunta e dall’altro capo del telefono un ordine agghiacciante e perentorio non si fa attendere: “ Saremo lì a maggio con un migliaio di amici, così ci è stato ordinato, vogliamo trovare tutto pronto, non voglio sentire ragioni. Mettiti a lavorare seriamente e smettila di confondere  il Risorgimento con il Rinascimento!  Non lo sai che tra le due epoche ci sono 300 anni di storia”?.
Preso dal rigore sabaudo il Nostro sospirò: “Ostregheta! e ora cchi faciami?”:
Chiuso il telefono, il panico pervade la tranquillità della Giunta. “Chissi è picchì parri assai, una prima sa sapiri sarvari u cunigli”, -  esclama il più anziano della ciurma. -  “Io potrei cantare una canzone per l’inaugurazione”- “Bella idea, sarebbe opportuno il Nabucco” -  suggerisce euforico il Nostro- “Quali Nabucco e Nabucco, io pensavo ad  Una rotonda sul mare, anzi corro a fare le prove”. L’ Assessora, alzandosi dice: “Corro a comprare il vestito per l’inaugurazione e prenotare trucco e parrucco”. – “Mio Vice, tu hai impegni? ma dov’è finito era qui un minuto fa…”
Nel panico totale e senza alcuna idea di come e cosa  fare, quel che resta della “Ciurma” comunale si mangia le mani pensando che stavolta è davvero  il ….“finale della Giunta”.
Qualcuno  fa notare che mancano ancora gli atti amministrativi per la nascita del Museo Risorgimentale: delibera di Giunta, parere dell’ufficio tecnico sull’idoneità dei locali, messa in sicurezza, atto notarile, passaggio in Consiglio comunale ecc. … Il Nostro che lì per lì non comprese la questione,: "Chi cci voli?, basta appenniri  cocchi quatri e mettiri quattri cimeli e… u museo è allistutu”. – “ E per le procedure  amministrative?” - grida qualcuno per le scale - Sicuro e baldanzoso, ma molto  lento nel proferire,  il Nostro disse un’ultima fondamentale cosa: “ Si fussiri i primi chi mancani, ‘u capissi. Ma non  potendo passare alla storia per  alti o altri meriti, vuol dire che i posteri ci ricorderanno come “emeriti”….. inadempienti. - L’importanti, caru’, è lassari ‘u signali ( o l’impronta).




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