“La paura ha creato gli dei”
Ovidio
Strani tempi, piazze vuote,
microfoni spenti, poche “visite”, nessuna assemblea pubblica. Post vincenti,
foto di candidati ritoccate nelle quali appaiono giovani e freschi, quasi
“nuovi”. Frasi populiste grondanti di bene pubblico, cuore al territorio, e
testa che vede solo la poltrona.
Benvenuti nel nuovo mondo degli Dei, si quelli di casa nostra che
malamente scalpitano verso lidi più ambiziosi. Questi nostri Dei che, non
parlano più con i cittadini, che rifuggono le piazze avendo paura di trovarle
vuote, che non si confrontano se non fra loro, che ruolo avranno d’ora in
avanti? Amministratori, segretari, dirigenti di partito, che partita
giocheranno? Campagne elettorali dense di strategie individuali e personali,
lontane anni luce dagli slogan banali che diramano.
Non ci sono più le campagne
elettorali di una volta, direbbe il saggio! E forse è vero, tutto ormai è solo
per gli addetti ai lavori, per chi ha inteso la propria carriera politica come
un lavoro, tessendo ora con questo, ora con quello. Facendo propaganda
elettorale ora per questo ma anche per quello. Alcuni poi, danno per scontato
il voto dei militanti, come se fosse obbligato e non un diritto. Follie senza
coraggio. Nessun tema, solo cercare la lista giusta, la compagine non ha più
alcuna importanza, l’importante è quotarsi, meglio se ci si posiziona. Il
nostro territorio diviene la punta di diamante per chi, dimenticando le strade
che non esistono più, gli acquedotti colabrodo, la cultura distrutta ad uso e
consumo delle terribili sagre di paese, pensa di fare il salto in ruoli più
ambiziosi. Quello che ci chiediamo è, in assenza dei temi veri, (ne ricordate
forse qualcuno di questa recente campagna elettorale?) che senso ha tutto questo
se non il disvelamento di quello che è ormai la politica? Non ci sono più i
cittadini, non ci sono più i problemi comuni al centro, solo la corsa di uno cui
molti partecipano anche solo per un piccolo tornaconto. Se l’uomo non avesse
avuto paura, non avrebbe creato gli Dei e di questi essi si compiacciono, delle
paure altrui, verso le quali sgorgano promesse vane. Azzardando, gli uomini
hanno creato certi politici per disperazione. Tuttavia il risultato elettorale,
se dovesse essere recepito bene e cioè attraverso una profonda autocritica e un
passo indietro definitivo dei “vecchi” almeno dei perdenti, dovrebbe portare
qualcuno a riflettere che fare la farfalla di ogni fiore, che ammutolire un
partito forse l’unico che ancora esisteva dalle nostre parti, non è la
soluzione. Che invitare un candidato presidente e incontralo nelle ditte
private e non nelle piazze non è una buona idea né tanto meno rispettoso verso
gli elettori. Che oltre alle legittime ambizioni personali, la politica è
altro, è partecipazione, non improvvisazione, è avere una nuova utopia,
sganciarsi dal “ si è sempre fatto così”…dovrebbe portare a riflettere molti di
quelli che hanno votato turandosi il naso, pur di raggiungere l’obiettivo di
uno solo. Facili e banali intrallazzi, così evidenti da fare tristezza. Vico parlava di corsi e ricorsi, e noi siamo
fiduciosi che il risultato elettorale, possa rappresentare il giro di boa verso
uomini e donne diverse, verso intelligenze coraggiose e non gregarie. Verso il
ritorno del rispetto delle intelligenze e delle capacità altrui, troppo spesso
sacrificati sull’altare di quegli Dei cui stavolta il gioco non è riuscito e
cui resta solo, un’inesorabile caduta.